Si è data la stura ad un caos al Senato nel momento stesso in cui la maggioranza ha ottenuto il contingentamento. Già Napolitano aveva espresso forti preooccupazioni su modi, tempi e metodi delle riforme. Il nome tecnico del contingentamento è “tagliola”, ovvero contingentamento dei tempi destinati a ciascun gruppo parlamentare, oltre il quale non possono più parlare ma solo votare. In virtù di questo entro l’8 agosto si deve chiudere tutto. Le opposizioni a tale notizia sono immediatamente insorte decidendo di compiere una azione eclatante recandosi al Quirinale, dove sono stati ricevuti dal segretario generale Marra. La minoranza M5S, Lega e Sel esprimono quindi una logica anti-riforme e passano da un ostruzionismo rigido ad un confronto sul merito, che nella fattispecie rumorosamente lambisce la piazza. Il Colle, ovvero Giorgio Napolitano, non intende recedere da un principio che prevede un Senato che rappresenti le Regioni e non sia più un organismo politico eletto dai cittadini. I partiti che osteggiano le riforme hanno seguito invece Loredana De Pretis di Sel, che con i suoi 5900 emendamenti è la portabandiera delle logiche ostruzionistiche. Tre punti fissi hanno in comune gli oppositori: immunità, norme sul referendum, mantenimento di un Senato politico eletto dai cittadini. La quantità degli emendamenti illumina l’importanza della riforma costituzionale che affronta importanti temi dopo 66 anni di Carta repubblicana. L’ostruzionismo è pienamente legittimo purché sia imbrigliato in un riquadro. Il regolamento fornisce la possibilità a chi vuole ritardare i tempi ma, allo stesso tempo, da analoga possibilità a chi vuole superare un rallentamento. In questo modi si rimane sul riquadro, ovvero sul ring e nel rispetto delle regole aprioristicamente fissate. Un grande margine di discrezionalità è nelle mani del presidente Pietro Grasso, che può dichiarare inammissibili tutti gli emendamenti che non si attengono al tema trattato; rinviare gli emendamenti di natura formale e condensarli in un testo finale; la tecnica canguro, ovvero accorpamento degli emendamenti con contenuto analogo. Dulcis in fundo la tagliola, tecnica radicale che contingenta i tempi ed, in questo caso, applicata da Grasso. A questo punto si renderà necessaria la ricerca di una forma di colloquio tra le parti. Venendo poi a mancare un massimo consenso ed una massima unità il Premier Matteo Renzi, nel massimo rispetto delle regole, potrà ricorrere ad un referendum.
Cocis