Sta facendo molto discutere un provvedimento emesso dal Tribunale di Belluno sul tema del mantenimento in caso di separazione e divorzio. Infatti, l’ordinanza del 10 maggio 2016 ha dato una nuova interpretazione allo strumento del mantenimento che fino ad oggi non è stata condivisa dalla giurisprudenza. Nel dettaglio, il Tribunale di Belluno ha dato il via libera all’assegnazione dell’ex-casa coniugale al coniuge che pur non essendo proprietario è considerato economicamente più debole. Prima di analizzare nel dettaglio l’ordinanza emessa dal Tribunale di Belluno vediamo qual è la posizione condivisa dalla giurisprudenza riguardo ai principi su cui è regolato il mantenimento all’ex coniuge nel caso di separazione e divorzio. Ad oggi la giurisprudenza consente ad uno dei coniugi di continuare a vivere nella casa coniugale anche se questa appartiene all’altro ma solo se convive con i figli. Quindi, quando non ci sono figli minori o non autosufficienti, il giudice non permette al coniuge non proprietario di continuare a vivere nell’ ex casa familiare. Potrà stabilire in suo favore un assegno di mantenimento come coniuge più debole, ma non assegnerà la casa. Cosa succede quindi all’immobile? Gli scenari possibili sono due: in caso di regime di separazione dei beni, l’immobile resta al coniuge intestatario. In caso di comunione dei beni, la casa va divisa tra i due ex coniugi e nella maggior parte dei casi viene venduta. Il Tribunale di Belluno con l’ordinanza del 10 maggio 2016 ribalta completamente questo scenario. Infatti, il giudice, anche in assenza di figli, ha scelto ugualmente di assegnare l’ex casa matrimoniale al coniuge non proprietario. Questo perché, secondo il giudice, dare la possibilità ad un coniuge di continuare ad abitare nella casa in cui ha convissuto si configura come una misura assistenziale in linea con quanto previsto dal codice civile in tema di mantenimento. Per il Tribunale di Belluno, l’assegnazione della casa matrimoniale si può aggiungere al normale assegno di mantenimento, affinché il coniuge non proprietario possa trarne il necessario sostegno per sopravvivere. Al momento comunque tale interpretazione resta minoritaria.
Marco Andrea Doria