Maxi sequestro nei confronti del gruppo armatoriale ‘Deiulemar’ di Torre del Greco, nel Napoletano. Sequestrate disponibilità bancarie e beni immobili tra Napoli e Capri, di cui un prestigioso fabbricato di via Crispi 125, a Napoli, un lussuoso immobile in via Piccola Marina a Capri, e diverse unità immobiliari di elevato valore a Torre del Greco, dislocate nelle principali vie dello shopping. Il valore dei beni sequestrati si aggira intorno ai 40 milioni di euro. Il provvedimento, eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, scaturisce da un'ingente evasione fiscale internazionale accertata attraverso una verifica effettuata nei confronti di una delle società del Gruppo, la Deiulemar Shipping Spa, ora in fallimento. Le misure cautelari, eseguite dalle fiamme gialle hanno riguardato anche le disponibilità bancarie riconducibili agli indagati delle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo, socie del gruppo. I beni sono risultati in gran parte intestati a società immobiliari, facenti formalmente capo, anche attraverso società fiduciarie, a trust, dei quali è stata dimostrata l'artificiosa costituzione, volta a dissimulare l'effettiva titolarità delle significative consistenze patrimoniali. Nei confronti dei soci effettivi della società sono stati contestati, a seconda dei casi, i reati di dichiarazione infedele e di truffa aggravata ai danni dello Stato. Le imposte evase constatate dalla Guardia di Finanza ammontano a oltre 33,5 milioni di euro. Altri 6,5 milioni di euro di imposte evase, per i quali si è proceduto ai sequestri preventivi per equivalente, derivano da un precedente accertamento della Direzione Regionale delle Entrate per la Campania a carico degli stessi soci fondatori del gruppo Deiulemar.
Dividendi nei ‘Paradisi fiscali’. Nell'ambito di un’attività di verifica fiscale compiuta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli è stato infatti accertato che i dividendi prodotti dalla Deiulemar Shipping spa venivano fatti confluire, attraverso più passaggi, in varie società estere: Lussemburgo, Irlanda e Portogallo, facenti capo a trust costituiti in cosiddetti ‘Paradisi fiscali’, riconducibili ai membri di ciascuna delle citate famiglie, i quali hanno così beneficiato dal 2005 al 2008 della occulta percezione di complessivi 216 milioni di euro.