Domenica 3 Aprile alla Prima del Teatro Augusteo di Napoli in “Rugantino” presentato nella versione storica originale con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, con Edy Angelillo e Massimo Wertmuller, commedia musicale di Garinei e Giovannini, scritta con Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa.
Lo spettacolo, prodotto da Il Sistina, con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, fonde mirabilmente tradizione e modernità, e viene presentato nella versione storica originale di Garinei & Giovannini, scritta con P. Festa Campanile e M. Franciosa, collaborazione artistica di Gigi Magni. Con le splendide musiche del M° Armando Trovajoli, le preziose scene e i bellissimi costumi originali firmati da Giulio Coltellacci: un ritorno imperdibile alle radici e un’occasione per riscoprire un classico del teatro musicale italiano.
Rugantino è una maschera tipica della città di Roma e il suo nome deriva dalla parola “ruganza”, che significa arroganza. È il tipico “bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello”. È litigioso, attaccabrighe e inconcludente e spesso ha poi la peggio nelle rogne e nei litigi che provoca, anche se nei suoi racconti sono sempre di più le botte che dà di quelle che riceve. Assume pian piano un carattere più bonario e pigro, diventando interprete di quella Roma popolare ricca di giustizia e solidarietà. Veste abiti bizzarri e stravaganti, indossa un gilè e un importante cappello di colore rosso. In fondo Rugantino è una caricatura con origini settecentesche, come si arguisce dal vestiario e dal codino. Se l’abito ha qualche carattere di ricercatezza e di eleganza, il fisico non è del pari prestante. Infatti, i fantocci che ne riproducono le fattezze presentano una bazza prominente nel volto e le gambe accentuatamente arcuate. Per questo difetto era anche detto “lo spappa”. Fu il personaggio preferito dal burattinaio romano Gaetano Santangelo, detto Ghetanaccio (morto nel 1832). Come molte maschere, anche Rugantino, che fa il Rodomonte pur buscandone sempre, ha una sua compagna, Nina, che talvolta appare anche col nome di Rosetta. Popolana linguacciuta ma fiera, piena di gioielli appariscenti, pronta a venire alle mani se è offesa, ha tra i capelli, a guisa di spillone, lo spadino d’argento. È la tipica rappresentante delle “minenti” romane; ligia al costume e alla tradizione, ciarliera ma buona, litighina ma onesta, fiera della sua romanità trasteverina e sempre disposta allo scialo con le amiche, quale l’ha dipinta Augusto Jandolo nella sua Commedia di Rugantino.
Roma, 1830, sotto il papato di Pio VIII: Rugantino (Michele La Ginestra), giovane popolano un po’ spaccone e nullafacente, vive di espedienti aiutato da Eusebia, che lui spaccia per sua sorella. I due riescono a ottenere vitto e alloggio prima di un anziano prelato che quando muore non lascia loro nulla, poi dal boia dello Stato Pontificio Mastro Titta, che si innamora di Eusebia e ne è presto ricambiatoRugantino invece brucia di passione per la bella Rosetta (Serena Autieri), moglie del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, e scommette che riuscirà a sedurla prima della Sera dei Lanternoni. Dopo varie peripezie e stratagemmi, Rugantino seduce la ragazza ma imprevedibilmente se ne innamora: per questo in un primo momento non fa parola con gli amici della sua impresa, poi però cede alla vanagloria ferendo i sentimenti di RosettaQuando Gnecco viene ucciso da un criminale, Rugantino si fa trovare accanto al cadavere e si autoaccusa dell’omicidio, affermando di aver compiuto il fatto per amore di Rosetta. Il protagonista, imprigionato e condannato a morte, sarà giustiziato da Mastro Titta: forte dell’amore di Rosetta, Rugantino dimostrerà affrontando la morte di essere un vero uomo.
Serena Autieri, dopo il fortunato programma televisivo di Rai Uno, “Dedicato”, ritorna a teatro, dimostrando, qualora ve ne fosse ancora bisogno, tutto il suo talento scenico, in un ruolo che le calza a pennello. Straordinario nel ruolo del romanaccio doc anche Michele La Ginestra, che a distanza di venti anni torna a vestire magistralmente i panni di Rugantino (la prima rappresentazione avvenne al teatro Sistina di Roma nel 2000)
Collaborazione artistica di Luigi Magni
Regia originale di Pietro Garinei
Musiche del Maestro Armando Trovajoli
Scene e Costumi originali di Giulio Coltellacci
Al termine dello spettacolo composto in 2 tempi della durata circa 90’ i protagonisti e gli altri attori hanno ringraziato il pubblico, e soprattutto i tecnici per la loro bravura e la professionalità nell’eseguire i numerosi cambi di scena.
Bruno Pesola