La ventitreesima giornata di Serie A termina, ad eccezioni di Napoli e Siena, che affronteranno questa sera in casa rispettivamente Chievo e Roma, con importanti, seppur momentanei, cambiamenti di classifica. Il Milan di Allegri, che nel match di anticipo ha battuto l’Udinese in rimonta per 2-1, la Lazio, che anch’essa in una strepitosa rimonta, ha battuto 3-2 il Cesena, l’Inter che in un momento di totale confusione perde in casa con il Novara, ultimo in classifica. Ventitreesima giornata che però rimane orfana di qualche partita come Parma-Fiorentina e Bologna-Juventus, entrambe rinviate a causa del maltempo, e con data di recupero da stabilirsi.
Udinese-Milan: il big match si chiude con il risultato di 2 a 1 per gli ospiti. Il copione tattico di Allegri appare chiaro sin dalle primissime battute; la decisione di disporre un attacco leggero con Robinho ed El Shaarawy supportati da Seedorf, dichiarano apertamente l’intenzione di mantenere maggiormente il possesso palla e provare ad aggirare il sistema difensivo friulano palla a te0rra. Cosa che l’Udinese accetta senza tanti problemi. Appare così scontato che i rossoneri mantengano per oltre il 62% del tempo, il possesso della sfera. Importantissimo perno attorno al quale ruotano le speranze milaniste è Ambrosini, recordman sia per quanto riguarda le sue 34 palle recuperate, sia per il numero di passaggi riusciti. La presenza del centrocampista rossonero, ha infatti permesso alla squadra di Allegri di bloccare spesso l’azione in zona interessante e far ripartire la manovra; compito facilitato dallo scompaginamento degli schemi nel finale. La partita si sblocca al ventesimo del primo tempo, quando una bella combinazione tra Fernandes e Di Natale, libera il capitano friulano al limite dell’area. Il numero dieci bianconero, presentatosi al cospetto di Amelia prova il tiro e trova sulla sua strada la deviazione beffarda di Thiago Silva, decisiva ai fini della rete realizzata dal capocannoniere della serie A. La partita sembra non essere mai in discussione, ma al minuto di gioco numero 77, un tiro-cross insidioso di El Shaarawy trova l’indecisione di Samir Handanovic. Il portiere friulano respinge corto e viene punito dall’opportunismo di Maxi Lopez, nel posto giusto al momento giusto per riportare il risultato in pareggio. Lo stesso Maxi Lopez si veste poi da assistman in occasione del raddoppio rossonero. Quando mancano ormai cinque minuti al triplice fischio finale, El Galina scivola sulla destra osserva al centro e trova El Shaarawy che realizza il secondo gol stagionale all’Udinese di Guidolin, sua vittima preferita.
Cagliari-Palermo: al Sant’Elia finisce 2-1 il derby delle isole, con il marchio di Mauricio Pinilla, attaccante cileno, gran colpo di mercato del presidente Cellino su gentile ‘assist’ dell’amico-collega Zamparini. Pinilla sembra non avesse più stimoli in Sicilia, ma li ha ritrovati subito in Sardegna: già due gol e prestazioni sempre all’altezza della sua fama di bomber. Piange, invece, Mutti che, orfano di Miccoli, si vede battere da quel giocatore che sino a poco tempo fa allenava. Padroni di casa pericolosi già al 7′, con un bel colpo di testa di Pinilla, su cross dalla destra di Dessena, e prodezza di Viviano. All’11’ azione avviata da Thiago Ribeiro, palla per Ibarbo che s’invola sulla destra,assist al centro dell’area per Pinilla che in scivolata insacca. Il classico gol dell’ex che senza tante ipocrisie festeggia alla sua maniera. Mutti tenta subito di dare uno scossone ai suoi con un doppio cambio: dentro Migliaccio e Hernandez per Bertolo e Zahavi. Soprattutto l’uruguaiano, al suo rientro dopo il lungo infortunio, si fa subito pericoloso ma è il Cagliari a trovare ancora la via del gol. Pinilla ancora protagonista: gran botta su punizione dal limite, Viviano respinge centralmente, irrompe Dessena che insacca. Il Palermo reagisce segnando su rigore ma il Cagliari aggiunge un difensore e mette in cassaforte il risultato, ottenendo una grande vittoria di sacrificio.
Atalanta-Lecce: poco spettacolo tra Atalanta e Lecce che pareggiano 0-0. I bergamaschi hanno qualcosa in più da recriminare rispetto agli avversari visti i due pali colpiti in pochi minuti nel primo tempo da Marilungo prima e Peluso poi. Nella ripresa, sono sempre i padroni di casa a fare la partita, ma non pungono come nella prima frazione. Per il Lecce di Cosmi, una gara insolitamente rinunciataria che li porta a non concludere mai verso la porta difesa da Polito, che sostituisce Consigli squalificato e Frezzolini bloccato dall’influenza. Per le due squadre, arriva un punto che muove la classifica. Ma la salvezza è ancora tutta da conquistare.
Catania-Genoa: Lodi, doppio Barrientos, Bergessio: cala il poker al “Massimino”. Non c’è stata gara nel match tra i padroni di casa ed il Genoa dell’ex tecnico rossazzurro Pasquale Marino. Catania da subito all’attacco con Gomez e Barrientos: i due argentini partono in attacco verso la porta difesa da Frey, mettendo subito i brividi alla difesa avversaria. Il primo episodio che da la svolta al match arriva al minuto numero sei quando, a causa del fallo in area genoana di Birsa ai danni di Gomez, il direttore di gara concede il penalty ai rossazzurri, trasformato nel goal dell’1-0 da Lodi. La reazione del Genoa arriva al 24’ con il tiro di testa di Granqvist, bloccato però agevolmente da Kosicky. Al termine della mezz’ora sono tante le occasioni da entrambe le parti: per gli etnei con Barrientos e Legrottaglie, per gli ospiti con Palacio e Birsa. La ripresa segna però il tracollo definitivo del Genoa: al 48’ un freddissimo Barrientos approfitta della confusione nella difesa avversaria segnando il goal del 2-0. Quattro minuti dopo arriva anche il bis con l’argentino che, servito da Bergessio, approfitta del velo di Almiron per realizzare il 3-0 con un’altra impeccabile conclusione. Il Genoa, rassegnato, cerca senza tanta convinzione una reazione ma ad andare in goal saranno nuovamente i padroni di casa con Bergessio: a mettere in moto l’azione il lungo rinvio di Kosicky per l’argentino che, approfittando della difesa genoana ormai allo sbaraglio, mette in rete il goal del 4-0.
Inter-Novara: i numeri testimoniano un calo vertiginoso dopo due mesi in cui tutto è girato alla perfezione. I numeri, tre sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite, sono fin troppo teneri nei confronti di una squadra apparsa vuota in tutto e per tutto. Un Inter incapace di reagire, in casa, all’ultima in classifica. Un’Inter, dal tecnico ai giocatori, che sprofonda in una crisi molto pericolosa che rischia di compromettere in maniera netta la corsa a un posto in Champions League. Il Novara, due successi in campionato prima di oggi, non vinceva dal 26 novembre e mai l’aveva fatto fuori casa. Nel trionfo c’è tutto Emiliano Mondonico, vecchio maestro di tattica che inchioda i nerazzurri e li trafigge in contropiede. La partita, per l’Inter, si fa complicata fin dal principio. Fedele alle sue convinzioni, Ranieri non si fida a schierare le due punte più Sneijder e opta per un uomo in più a centrocampo. Fuori Pazzini, febbricitante, e Forlan. In attacco c’è il solo Milito con Alvarez e l’olandese, in teoria, alle sue spalle. Solo in teoria, appunto, perché il Novara difende in otto e l’olandese si abbassa costantemente sulla linea mediana a caccia di palloni giocabili. Con Alvarez che tende ad allargarsi a destra e Milito che esce dall’area per scambiare con la squadra, il risultato è che l’Inter azzera immediatamente il proprio peso specifico in attacco. Ranieri si accorge della difficoltà a offendere e, a inizio ripresa, lancia imediatamente Pazzini togliendo Alvarez. La squadra guadagna metri ma perde completamente un’idea di gioco: ad eccezione di qualche discesa di Zanetti, le fasce sono territorio inesplorato; Stankovic e Cambiasso non creano e Sneijder si intestardisce con continui spunti personali che non producono alcunché. Il Novara sta lì, attento e ordinato, sornione e spietato. Minuto 56: Jeda lancia lungo per Caracciolo; l’airone ha il tempo di stoppare la palla, girarsi e mirare all’angolino. Julio Cesar non ci arriva e la banda di Mondonico è incredibilmente avanti. In campo entrano Forlan e Nagatomo, ma la musica non cambia. L’Inter, con la forza della disperazione, sfiora il pareggio all’88’ con una traversa di Sneijder e in pieno recupero con Pazzini, che si gira in un fazzoletto ma trova ad opporsi i riflessi di Ujkani. All’andata con Tesser e al ritorno con Mondonico. Il Novara porta via, meritatamente, sei punti ai nerazzurri e, dopo il pareggio col Cagliari, non subisce reti per la seconda partita consecutiva.