La Fegica-Cisl e la Faib hanno dichiarato un fermo di 10 giorni su strade e autostrade contro la nuova bozza del decreto sulle liberalizzazioni. Le date e le modalità si sapranno se le ipotesi di liberalizzazione della rete carburanti dovessero essere confermate con il decreto che il governo si appresta a varare venerdì. Secondo i gestori degli impianti, con la nuova bozza il governo “fa retromarcia” rispetto alla lobby dei petrolieri.
Secondo i gestori, infatti, non ci sarà nessun impianto multimarca, così come anche l’Antitrust aveva recentemente chiesto. Nessuna libertà per i gestori di rifornirsi sul libero mercato alle condizioni più convenienti per poter dare agli automobilisti italiani prezzi più bassi dei carburanti.
“Il governo si limita a gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica “liberando” solo chi è già libero, cioè i proprietari gli impianti: alla fine il provvedimento non riguarda più di 500 impianti su 25.000. Per il resto, il controllo dei petrolieri sull’intera filiera, “dalla culla alla tomba”, che consente loro di mantenere in Italia i prezzi più alti d’Europa, viene completato definitivamente con un regalo inaspettato: ogni compagnia potrà fissare le condizioni contrattuali che vuole, con ogni singolo benzinaio, senza nessuna tutela, nessuna contrattazione, nessuna mediazione collettiva”, spiega una nota di Fegica e Faib.
“Emerge chiara – concludono – anche attraverso la possibilità data ai petrolieri di espellere i gestori e fare impianti completamente selfizzato, la volontà di punire una intera categoria di lavoratori, titolari di piccole impresa, per il semplice fatto di avere osato sostenere la vera liberalizzazione del settore, sfidando i poteri forti”.