La querelle che ha visto in questo periodo agostano contrapposti il Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani e il colosso dei voli low-cost Ryanair è ben poco appassionante e, qualunque sia la vostra opinione in merito, non affronta il vero tema ovvero quello del sempre più evidente isolamento, non solo aereo dei siciliani.
La poco provvida scelta di Ryanair di ridurre i voli sulla tratta Palermo-Roma è solo la punta di un iceberg, forsanche neppure la più scandalosa, del processo di progressivo “scollegamento” della Sicilia dall’Italia continentale.
L’intervento del Presidente Schifani si limita alla questione specifica delle scelte assunte dalla compagnia irlandese non affrontando il tema dell’isolamento dei siciliani, questione che viene da lontano e può ricondurre a chiare, trasversali responsabilità politiche condivise sia a Roma sia a Palermo.
Ci riferiamo allo stato delle autostrade siciliane, pubbliche o in concessione, alla riduzione, nel tempo, qualitativa e quantitativa, nell’Isola del servizio ferroviario nonché alla mancata programmazione di un vocato trasporto merci e passeggeri via mare “per” “e” dall’Isola. Tutto ciò ha contribuito all’attuale, imbarazzante stato delle cose che ha coinvolto anche, giocoforza, anche il trasporto aereo.
Il Presidente Schifani sembra, concretamente, sottovalutare il proprio ruolo e la propria funzione sia istituzionale sia politica. Egli si limita a denunciare la “sforbiciata” sulla tratta aerea Palermo-Roma ed a evocare un “cartello” tra compagnie ma si è guardato bene, ad oggi, da andare al sodo del problema che si può sintetizzare in una mancanza di pianificazione pubblica e di investimenti diretti da parte dello Stato. Non che non si siano stati spesi dei soldi ma il più delle volte sono andati ad alimentare clientele, a rattoppare qualche disservizio più vistoso, a sostenere un mercato privato (ad esempio quello delle compagnie aree) che drena risorse ingenti senza garantire un servizio pubblico adeguato e costante nel tempo.
Del resto, il Governo regionale guidato da Schifani si regge, è bene non dimenticarlo, su di una maggioranza politico-parlamentare che sia a Roma sia a Palermo non ha voluto o saputo affrontare il problema, al di là di qualche vaga, populistica dichiarazione.
Si tratta delle stesse forze politiche che hanno ragionato, ad oggi, a mo’ di panacea, solo, senza guardare alla realtà dei fatti, su quel grande feticcio mediatico-propagandistico che è e resta il ponte sullo Stretto di Messina, ennesimo buco nero che rischia di drenare risorse senza nessuna ricaduta positiva per il territorio.
Perciò ci sembra fuorviante e superficiale questa riduttiva “narrazione” per cui il problema sarebbe contenibile attraverso una querelle come quella tra Schifani e Ryanair.
È forse urticante chiedere quale sia la posizione sul merito generale della questione dell’isolamento della Sicilia e dei siciliani ai Deputati/e dell’Assemblea regionale Siciliana, nostro Parlamento autonomistico?
Ed è forse sbagliato chiedere, altresì, quale sia la posizione in merito dei dieci Senatori e dei dieci Deputati della Commissione Parlamentare speciale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità?
Del resto, hanno pensato in primis ad adeguare il loro stipendio anziché adottare dei provvedimenti riguardanti la loro competenza, era lo stesso Schifani che solo qualche tempo fa che invocava (ma poi si è adoperato?) per portare a soluzione questa storica vertenza che Egli quantificava avesse un costo per i siciliani di 6 miliardi di euro l’anno.
Cosa ne pensa il Presidente di questa commissione parlamentare, l’On. Avv. Tommaso Calderone, siciliano trai siciliani?
Speriamo che la succitata Commissione, Presidente incluso, voglia veramente ridurre le “croniche carenze” che danneggiano le due Isole sorelle di Sicilia e Sardegna e i loro abitanti.
Occorre superare, qui, in Sicilia l’idea che la soluzione passi nell’investire tutte le risorse pubbliche disponibili nel costosissimo ponte-imbuto-buco nero e altresì che si provveda a stigmatizzare e superare le inerzie dei Governi nazionale e regionale non guardando solo a una parte del problema ovvero a quella legata al collegamento aereo tra Roma Capitale e Palermo “Capitale” regionale, ma alla mobilità e ai servizi connessi nel loro complesso.
Serve altro e subito!
Basta essere trattati ancora da colonia, da eterna periferia!
Nicola Candido – Segretario regionale della Sicilia
Fabio Cannizzaro – Responsabile Organizzazione Segreteria regionale
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea