Si può fotografare l’inconscio?

Riccardo Tartaglia cura  la mostra “Si può fotografare l’inconscio?”  del Dream-Slave Group formato da Giuliana Polenta e Silvana Petrucci,  che si inaugurerà il 14 gennaio 2013  in collaborazione   con il CASC-BI,  Centro Assistenza Sociale e Culturale tra i dipendenti della Banca d’Italia,  presso la sede della Banca d’Italia a Roma e sarà seguito da un reading poetico diretto da Claudia Genolini.  Questo è il secondo di una serie di eventi che, grazie alla disponibilità del CASC-BI, la Tartaglia Arte sta organizzando in questo nuovo spazio espositivo dove, di volta in volta, saranno creati connubi tra le diverse forme d’arte. E’ particolarmente stimolante ed intenso creare connubi tra la pittura e  scrittura che sono innegabilmente prodotti della fantasia, e quindi del sogno, dell’immaginazione ed inevitabilmente  prodotti dell’Arte di sognare. Si può quindi  fotografare l’inconscio?

Questa è la domanda alla quale Giuliana Polenta e Silvana Petrucci intendono rispondere attraverso la loro sfida al mondo delle immagini comuni. Durante un’esperienza realmente onirica, vissuta insieme, si confrontano sul sogno e, entrambe psicoanaliste, si trovano proiettate in un cammino che sfocia in una ricerca a più livelli. Già dal nome che hanno scelto, Dream-Slave Group, possiamo intuire che il sogno è il protagonista principale di questa nuova ipotesi artistica. Le due autrici procedono con le immagini del sogno per trovare punti di realtà che si sviluppano con l’aiuto dell’immaginazione fotografica e la ricerca di elementi simbolici che occupano lo spazio della pellicola, ma, non pienamente appagate, ecco che accanto alle immagini fanno apparire la parola scritta sotto forma di versi poetici.

Subito, a contatto con le loro opere, ci si sente in un ambito di ricerca assai complessa e coinvolti in un percorso la cui traiettoria diviene via via la nostra traiettoria, in un progressivo dischiudersi di meandri interiori, dove ciò che vediamo trova un’esatta corrispondenza di immagini e di stati d’animo. Lo spettatore diventa un’estensione dell’opera o viceversa? Si compie così un’esperienza che ci ri-mette in contatto, ci fa ri-conoscere ciò che già sapevamo, secondo la teoria di C.G. Jung sull’inconscio collettivo così ben descritta nel testo di Giuliana Polenta che è  una freelance della ricerca nel campo della psiche  in qualità di  psicologa e psicoterapeuta e che annota: “Io credo che il mio sia il caso in cui è possibile asserire che lo studio delle materie psicologiche giaceva nella mia anima fin dai tempi dell’infanzia. La curiosità si è poi materializzata concretamente durante l’adolescenza con una lettura sulla psicoanalisi.  Mi sono formata con la psicoanalisi, di matrice freudiana, a cui ho lasciato, nel tempo professionale, una priorità per ciò che concerne l’interpretazione dei sogni”. Silvana Petrucci è una psicologa e psicoterapeuta specializzata nella tecnica di psicoterapia della Gestalt di Fritz Perls integrata con la Psicologia analitica junghiana, attraverso un processo fenomenologico ed esistenziale nel quale il contenuto onirico ha la sua innegabile e vitale importanza. Con la regia di Claudia Genolini seguirà il reading poetico e la mostra si protrarrà ad ingresso libero fino al 23 gennaio.

Rosaria Palladino

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