VESTIMENTI POETICI
Sarò più bella e preziosa di prima.
Il kintsugi è un mosaico di mille piccole crepe
e fratture, intoppi e fallimenti
ai quali non si può sfuggire.
Il kintsugi è un processo catartico e trasformativo.
Ricuce la stoffa dell’universo umano
e le cicatrici dell’anima.
La poesia è la mia voce,
la mia forza e la mia debolezza. È un’armatura
dalla quale non provo neanche a liberarmi.
Installazione. Le albere.
Le radici sono il mio nido. Carta
Siamo fatte di carta,
di fili ritorti,
d’ali sospese,
di fragili corazze,
di lava rovente,
di luci visionarie,
di briciole d’assenza,
di gusci fossilizzati,
di respiri millenari.
Siamo fatte di carta,
di storie perse nel tempo,
di alberi capaci di sognare,
di narrazioni e di traguardi.
Pori, piume e radici:
ecco la nostra anima!
Lingerie poetica realizzata con carta riciclata
filata e tessuta.
La disobbediente. La centratura.
ataviche memorie
nell’estasi della distanza
sulla loro corteccia
un universo arboreo
Lingerie poetica. Indossare la poesia.
Sakura. Ascoltare, in silenzio il lavoro dei ciliegi in fiore. Carta.
una timida luce
s’intreccia a ogni petalo
e a ogni intreccio
ha imparato a tacere.
Mistica vegetale. Carta, filo, foglia essiccata.
Quando l’esistenza si fa complessità,
vita e sogni si intrecciano,
fili e anime si rincorrono,
corpo e segni si perdono…
e ciò che resta di loro si chiama poesia.
Ogni sillaba assumerà forme insolite,
sopravviverà come un fossile imprigionato
in un dedalo di madide foglie,
insabbiate, inafferrabili
ma mai cieche ed estranee.
E quelle stesse radici si faranno preghiere,
gemme e amuleti.
Lingerie poetica. La donna sogno.
Ho fiducia in quel verme
che si trasformerà in
una splendida farfalla.
Carta, legno spiaggiato.
Lingerie poetica. La donna sogno.
Ho fiducia in quel verme
che si trasformerà in
una splendida farfalla.
Carta, legno spiaggiato.
Ho imparato a rifiorire, a ricominciare da capo
e a prendermi cura di me stessa.
A rinnovarmi, a progredire e a progettare nuove avventure,
a cambiare pelle, a trasformarmi
e a farmi tutt’uno con il cielo.
Ho imparato a seguire le traiettorie della luce
e a vivere, con pienezza, ciò che merita
di essere salvato.
A non dissolvermi come un arcobaleno
ma a mettere radici per non sentirmi più impotente
e in balia degli eventi
e a fare tesoro dei miei sogni.
A offrire alla mia vita, e alla mia anima,
un senso, un appiglio.
A non temere il tempo
e a sfidare ciò che mi è estraneo.
Ma soprattutto ho imparato ad avere nuovi occhi
capaci di stupirsi, di lasciarsi urtare
e colpire dalla bellezza.
Fetus. Il corpo dell’universo.
Filo di carta animato.
prego
nel bisbigliare del vento
dove non servono le bugie
nel volo notturno delle stelle
perse, fisse, ma pronte ad evolversi
nei capogiri invisibili delle Perseidi
abbracciate ad ogni scintilla divina
nel corpo dell’universo
dove ogni giorno si celebra la poesia
incantamento –
un intimo sentire
di primavera
Abito poetico. Labirinti.
Mi piacciono le strade che portano dentro.
CAMMINARE LA POESIA