E’ allarme siccita’ in Italia con il livello del Po come a Ferragosto per effetto delle precipitazioni praticamente dimezzate in un 2020 che si classifica fino ad ora come il piu’ caldo dal 1800 con temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media. E’ quanto emerge da una monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al primo trimestre dell’anno con fiumi in magra al nord ed invasi svuotati nel mezzogiorno che mettono a rischio i raccolti e la stabilita’ dei prezzi in un mercato alimentare segnato dall’emergenza coronavirus.
Con il fermo delle attivita’ industriali per evitare i contagi da Covid-19, il Po non e’ mai stato cosi’ limpido con un livello idrometrico sceso a -2,7 metri al Ponte della Becca basso come a meta’ agosto secondo il monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenziano anomalie anche nei grandi laghi del nord che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 24% di quello di Como al 27% dell’Iseo fino al 54% del Maggiore. La situazione – continua la Coldiretti – e’ grave anche nel mezzogiorno e negli invasi di Puglia e Basilicata ci sono rispettivamente circa 122 e 102 milioni di metri cubo in meno rispetto allo scorso anno e analoga e la situazione della Sicilia, dove mancano all’appello circa 62 milioni di metri cubi d’acqua ma rilevante e’ il deficit idrico anche in Calabria secondo l’Anbi. Per cercare di salvare le coltivazioni gli agricoltori – conclude Coldiretti – sono stati addirittura costretti ad intervenire in molti casi con le irrigazioni di soccorso per i campi di mais e barbabietola affinche’ riescano a germogliare, mentre frumento, pomodoro da industria, ortaggi ed erba medica sono gia’ in stress idrico. Ma se non ci sara’ un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, manchera’ in molte aziende l’acqua necessaria per la crescita delle colture con un rischio per le forniture alimentare del Paese in un momento di riduzione degli scambi commerciali per effetto dell’emergenza coronavirus.