Si chiama Italo ed è un cane, un meticcio color miele per l’esattezza, morto nel 2011. Una storia straordinaria quella dell’amico a quattro zampe, dai toni simpatici e a tratti sbalorditivi. Infatti, Italo, frequentava la chiesa, partecipava alle feste religiose del paese, onorava i funerali, faceva la guida turistica, prendeva parte ai consigli comunali e alla vita sociale del paese. Insomma un vero e proprio cittadino, fino al punto che la sua storia arriverà sul grande schermo grazie ad un film sostenuto dalla Direzione Generale per il Cinema presso il Ministero per i Beni Culturali. Le riprese, inizieranno a fine mese, e vedono tra i protagonisti Marco Bocci nei panni di un giovane padre vedovo, Elena Radonich e Barbara Tabita. Il film, una favola moderna, narra del tenero rapporto di amicizia che si instaura tra un bambino e appunto il cane Italo capace di dare emozioni e lezioni agli uomini. Una storia commovente, la cui fama ha varcato lo Stretto. L’innata sensibilità del cane verso la vita pubblica fece nascere gruppi di fan e amici di Italo su Facebook e indusse gli artisti del Gruppo di Scicli, con Piero Guccione e Franco Sarnari, a dedicargli una mostra. L’esemplare accompagnava i turisti nel reticolato di viuzze e scalinate del centro storico, e, in particolare, alla scoperta dei monumenti di questa meravigliosa città barocca. Era pronto ad abbaiare alle auto che ”invadevano” la zona a traffico limitato, e una notte, addirittura, salvò una giovane donna da un’aggressione. Adesso riposa, in una bara di legno realizzata dal falegname del Comune, a villa Penna. Non è mai stato scoperto a chi apparteneva: forse a un clochard, forse a un anziano morto da tempo.
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