Come promesso Raffaele Lombardo si è dimesso. La Sicilia tornerà al voto il prossimo 28 e 29 ottobre. La ratifica della decisione, confermata nei giorni scorsi al premier Mario Monti, è stata annunciata in un ‘infuocato’ discorso all’Assemblea regionale siciliana. Nel suo discorso Lombardo ha fatto riferimento alle polemiche sul rischio default della Sicilia parlando di “tattica politico-mediatica disonesta e criminale” che ha “infangato” la Regione a livello internazionale.“La mia è una scelta lucida e ragionata, mi auguro che si possa aprire nuova fase governata da uomini liberi e non intruppati che lavorino contro l’ascarismo e il trasformismo”, ha dichiarato Lombardo. “In questo momento, con l’economia fragile di tante regioni meridionali, il sistema economico siciliano presenta non poche criticità. E in questo contesto registriamo una vera e propria aggressione all’autonomia speciale” ha aggiunto il presidente. Il suo è, comunque, un passo indietro “senza rimpianti e con orgoglio”. Nel suo ultimo discorso da presidente si scaglia contro quel “centralismo che attua tagli concordati in sede internazionale” facendo dimenticare “il federalismo e l’autonomismo” regionale. Poi si scaglia contro quella “ben orchestrata fuga di notizie da parte degli organi di stampa” che avrebbe mandato in rovina il suo regno. Poi si rivolge ai siciliani ai quali promette di far “conoscere le particolarità di una indagine che non è mai stata compiuta, perché avrebbe potuto mettere in discussione una sentenza già emessa”. E quindi conclude ricordando come “mai in questi 4 anni erano stati intaccati gli interessi mafiosi”.
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