”La violenza va condannata sempre e da qualunque parte venga. E va condannata con grande fermezza”. A dichiararlo all’AdnKronos è Massimo Mezzetti, assessore alle Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna, in merito agli scontri di Piacenza culminati con il pestaggio di un carabiniere. ”I violenti di Piacenza sono, oltre ad essere dei violenti, appunto, anche degli stupidi, lo dico senza mezzi termini, dei cretini – sottolinea Mezzetti – perché mentre a Macerata l’antifascismo, sfilando in maniera pacifica, ha dato una grande lezione di civiltà anche ai fascisti, loro si sono messi sullo stesso piano dei fascisti e non hanno certo reso un buon servizio all’antifascismo. Anzi, l’hanno danneggiato fortemente. Ma questo fa parte della stupidità di quegli estremisti che non hanno mai capito la lezione che ci insegna storia”.
La sparatoria di Macerata, il corteo di estrema destra lungo la via Porrettana di Bologna, e prima ancora le scritte apparse davanti all’ingresso dei circoli Pd del capoluogo emiliano-romagnolo, spiega Mezzetti, ”sono dei campanelli d’allarme significativi. Oltre a questi episodi, infatti, da diverso tempo cippi partigiani, monumenti ai caduti della Resistenza, corone d’alloro in luoghi simbolo della Resistenza e della Liberazione vengono danneggiati, abbattuti, gli viene dato fuoco. Episodi che vengono regolarmente denunciati ma sui quali facciamo ancora scarsa luce. Ed è evidente che c’è un clima nel Paese che qualcuno in maniera irresponsabile sta avvelenando nel corso di questa campagna elettorale, prestando il fianco a quella che è una recrudescenza di carattere neofascista”.
A questi fatti, continua l’assessore, ”si aggiungono anche tratti di cultura suprematista, razzista, xenofoba. Il suprematismo è diventata la parola d’ordine nelle nuove formazioni di destra, ma io vorrei ricordare che è quello che ha caratterizzato il Ku Klux Klan negli Stati Uniti, quello bianco in quel caso. Questi gruppi oggi vengono con più sfacciataggine allo scoperto perché sentono l’intolleranza che anche qualche forza politica e qualche leader politico alimenta. E’ un fatto di estrema gravità, ma io credo ci siano gli strumenti, anche giuridici, per affrontare questo problema”.
”Queste forme di espressione fascista, infatti – spiega Mezzetti – non sono opinioni, sono reati che possono essere perseguiti con il codice penale a nostra disposizione, non c’è bisogno di nuove leggi su reati di stampo fascista come la legge Fiano. Il codice penale ci dà gli strumenti per perseguire questi che sono reati, non di opinione, ma di fatto”. “E per questo – aggiunge – io mi sento di aderire all’appello della presidente dell’Anpi di Bologna, Anna Cocchi, che ha sollecitato la magistratura a prestare più attenzione a questo tipo di reati e ad esercitare il suo ruolo anche attraverso l’applicazione del codice penale”.
L’appello, Cocchi l’ha lanciato nei giorni scorsi, quando Forza nuova ha annunciato una manifestazione a Bologna per il 16 febbraio con la presenza del segretario nazionale Roberto Fiore, a cui i collettivi hanno risposto organizzando una contro-manifestazione, iniziativa a cui ha fatto seguito il presidio antifascista di Anpi, Arci, Libera, Cgil, Cisl, e Uil di Bologna, a cui hanno aderito anche il Pd e LeU. Qualcuno, a sinistra, ha chiesto di vietare manifestazione di schieramenti politici come Forza nuova, ma per Mezzetti non è questa la soluzione.
”È evidente che se vengono accettate liste elettorali di stampo fascista a loro va garantito l’esercizio di manifestare in campagna elettorale. Il tema è a monte, è verificare se sia lecito poter presentare liste che non rispettano i principi e i valori fondanti della nostra Costituzione”. Al di là dell’intervento giuridico, tuttavia, per scoraggiare la violenza e il ripetersi di fatti drammatici come la tentata strage di Macerata bisogna agire, secondo Mezzetti, su un altro fronte. ”E’ un lavoro, prima ancora che politico, di carattere culturale, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, e noi come Emilia-Romagna su questo siamo molto impegnati. Siamo l’unica Regione in Italia ad aver adottato, due anni fa, una legge sulla memoria del Novecento, che finanzia percorsi di ricerca, di studio e di divulgazione, soprattutto didattica, per i più giovani e nelle scuole”.
”Ricordare la storia del Novecento e in particolare i momenti più drammatici, cercando di dare lettura di quelli che sono stati episodi del secolo scorso ma che di fatto segnano anche, come contenuto storico, politico ed etico, fatti che si verificano in questi giorni serve a creare gli anticorpi necessari soprattutto nei più giovani, per aiutarli a non cadere nella trappola dei messaggi semplificati che possono parlare alla pancia, ma che possono poi tradursi in un’istigazione alla violenza”.
Questo, precisa Mezzetti, ”è ciò che io credo che le istituzioni, prima di tutto, debbano fare. Un’azione pedagogica sana nel rispetto dei valori e dei principi costituzionali attraverso la divulgazione, lo studio, la ricerca, la didattica di carattere storico che svolgono i nostri istituti storici, le fondazioni impegnate a valorizzare i luoghi della memoria che hanno segnato la storia di questa Regione, penso a Fossoli, il campo di smistamento internati che venivano poi portati ad Auschwitz, a Marzabotto, a Sant’Anna di Stazzema, e a tanti altri luoghi che dovrebbero insegnare molto”.