Le ennesime due vittime registrate nei giorni scorsi in cantieri edili ripropongono drammaticamente il tema della sicurezza, che necessita di azioni efficaci ed incisivi, più che di folclore e della burocrazia.
Occorre lavorare incisivamente per la diffusione di una “cultura della sicurezza” che metta fine a questi continui “bollettini di guerra”.
“La situazione – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – è purtroppo preoccupante, nonostante il lavoro e gli investimenti degli ultimi anni sul fronte della sicurezza, in particolare proprio nel settore dell’edilizia. Gli ultimi interventi, decreti o modifiche al Codice degli Appalti, hanno complicato il quadro normativo e regolamentare, ma la cosa che più preoccupa è che non si sono tradotti affatto condizioni di lavoro più sicure”.
“L’edilizia rimane uno dei settori con più rischi per i lavoratori – aggiunge il presidente Antonio Lombardi – ed occorre analizzarne e comprenderne a fondo le ragioni: legate indubbiamente alla particolare attività, che comporta sforzi fisici, trasporto di carichi pesanti, lavoro in posizioni scomode, lunghe permanenze in piedi. Ma più che orpelli e adempimenti, occorrono investimenti concreti per garantire i presidi e rispetto rigoroso degli adempimenti imposti della legge. Altrimenti c’è il rischio concreto che tutto resti sulla carta e non si traduca in effettiva sicurezza. Molto incidono anche atteggiamenti superficiali o disattenzioni. È importante quindi investire di più e meglio sulla formazione e sulla responsabilizzazione, anche a monte del cantiere: partendo, cioè, dalle scuole e dagli istituti tecnici e di formazione professionale”.
È la direzione imboccata dal nuovo C.C.N.L. sottoscritto da Federcepicostruzioni, Confimi Industria Edilizia, Federterziario, Finco, Ugl, Ceuq con l’assistenza tecnica dell’ANCL (Associazione Nazionale di Consulenti del Lavoro).