Silenzio di Elly Schlein e del Pd per la nomina di Fitto a Strasburgo

Da Mario Monti a Carlo Calenda, oltre alla importante riproposizione di Antonio Tajani, arrivano importanti endorsment per la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo, con la delega al Pnrr e la vicepresidenza mentre tace ancora Elly Schlein, che non dice se starà dalla parte dell’Italia al momento delle votazioni a Strasburgo.

Come parlamentare europeo “voterei Fitto a Commissario europeo”. Lo ha detto l’ex premier Mario Monti, intervenendo alla Summer School della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta, diretta da Grazia Iadarola e presieduta da Carla Bassu, in corso a Cesenatico. Il senatore a vita fu nominato commissario Ue trent’anni fa dal governo Berlusconi.

Anche Carlo Calenda, parlamentare e leader di Azione, si esprime apertamente a favore del ministro pugliese in Europa. “Come italiano sono contento se Fitto avrà un portafoglio importante. Ho mandato un messaggio alla capogruppo di Renew Europe per dire di sostenerlo, ha sbagliato a criticarlo”, ha detto Calenda.

“Raffaele Fitto è il miglior candidato possibile a Commissario Ue e mi auguro che i partiti della sinistra italiana lo sostengano come Berlusconi sostenne Gentiloni e come Fitto sostenne Gentiloni“. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sulla questione legata alla nomina di Raffaele Fitto in Europa. “Mi auguro che la sinistra faccia una scelta che vada nella direzione della tutela degli interessi italiani. Quando si gioca una partita fuori casa si tratta di difendere l’Italia e Fitto è il candidato dell’Italia, non è il candidato del governo o del centrodestra”, ha aggiunto il vicepremier e ministro degli esteri.

Nelle intenzioni di Socialisti e Verdi, lo slittamento  della presentazione della nuova Commissione europea avrebbe dovuto rendere più insidioso il percorso di Ursula von der Leyen, soprattutto rispetto alla sua intenzione di affidare a Raffaele Fitto una vice-presidenza esecutiva. Soluzione che non convince affatto i partiti della cosiddetta «maggioranza Ursula», contrari a concedere un ruolo di vertice a un esponente dei Conservatori di Ecr,  che hanno votato contro il bis.

«Se Fitto fa un discorso europeista, non ho dubbi che ci debba essere il sostegno più ampio possibile». Insomma, quasi un endorsement, visto che – lo ammette lo stesso Letta – sarebbe una «contraddizione» se l’esponente di Ecr si presentasse agli hearings del Parlamento Ue con un discorso anti-europeo. Peraltro, uscendo dal perimetro dem ma restando decisamente all’opposizione di Meloni, a favore di Fitto è intervenuta Emma Bonino, eurodeputata per oltre 15 anni e commissario Ue tra il 1995 e il 99. «Se si emancipa dalle derive ideologiche, e lui viene da una storia diversa e che sull’Europa ha un profilo differente, sarà un buon commissario e spero che il Pd lo voti», dice al Corriere della Sera.

Insomma, la partita sembra aver preso una sua direzione. Tanto che ieri la portavoce del gruppo S& D a Bruxelles, Utta Tuttlies, ha spostato l’attenzione sulle audizioni dei commissari che «saranno fondamentali». Ma visto il profilo di Fitto, il posizionamento del Ppe e la strada stretta che ha davanti il Pd, le chances di passare sono alte. Anche perché un’eventuale bocciatura non motivata potrebbe avere ripercussioni sulle audizioni dei commissari socialisti, che hanno a loro volta bisogno dei voti del Ppe.

Von der Leyen, dunque, punta a chiudere la squadra martedì. Anche se resta il nodo Slovenia, perché il Parlamento di Lubiana continua a tenere in sospeso il via libera del suo commissario.

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