Filippo Rossi, fondatore del movimento La Buona Destra, giornalista, molto legato a Fini da An a Fare futuro, ed ex portavoce anche di ministri forzisti come Claudio Scajola, non vuole unirsi al coro che si sta alzando sui media e sui giornali di centrodestra per trasformare Berlusconi in un padre della Patria: “Berlusconi in politica non ha lasciato alcuna eredità. Non ha inventato il bipolarismo né ha sdoganato mai alcuna destra: anzi ha schiacciato ogni tentativo fatto soprattutto da Gianfranco Fini per costruire una vera destra liberale ed europea. Meloni nel proclamarsi erede di Berlusconi fa un torto alla nostra e alla sua storia. I funerali di Stato erano dovuti. Il lutto nazionale era una scelta politica ma è ovvio che questa maggioranza di governo aveva tra i suoi fondatori Silvio Berlusconi e capisco che proclami il lutto nazionale anche se penso sia un po’ esagerato: perché poi i negozi a Milano sono rimasti aperti e non ho visto una Italia distrutta dalla notizia. Quello che non condivido è la melassa comunicativa che ha trasformato Berlusconi in eroe della patria. Credo che politicamente non lascerà nulla: la piazza dei funerali era una piazza di tifosi, nel senso letterale. È stato un campione nel mondo dell’imprenditoria ma non certo della politica, non è stato un De Gaulle o un Churchill. È stato un imprenditore che la politica l’ha fatta anche come risulta delle sue altre attività. L’ha fatta con il dito mignolo, aggiungerei. Ai funerali c’era tanto spettacolo e tanto sport. La sua eredità politica sarà pressoché nulla. Dicono che la sua eredità sia il bipolarismo, ma il bipolarismo era lui stesso diciamo. Lui e dall’altra parte quelli contro di lui. Ma alla fine Berlusconi non lascia una sola riforma che possa definire questa seconda repubblica. L’Italia è cambiata certo, ma non in meglio e chiaramente non solo per colpa sua, ma è un fatto: siamo più deboli come Paese e più poveri di prima. Questa narrazione che si vede e si legge sui giornali e che ci definisce tutti figli di Berlusconi, compresa la sinistra, sa di propaganda arcoriana. Il padre della patria, il padre della destra: io nego questa narrazione. Da uomo di destra non mi sento figlio di Berlusconi. E la destra italiana non è stata figlia di Berlusconi nemmeno nei passi in avanti che ha fatto. Quando Meloni si proclama come erede del berlusconismo fa un danno alla sua storia e alla storia della destra italiana. Berlusconi non ha sdoganato nessuna destra italiana. Gianfranco Fini, leader del Movimento sociale italiano, era arrivato al ballottaggio come sindaco di Roma senza Berlusconi, che è subentrato dopo, paradossalmente per occupare uno spazio. Già gli italiani avevano sdoganato la destra postfascista. Berlusconi non ha moderato mai la destra, anzi. Nel 1998, nell’assemblea nazionale di Verona di An, Fini arrivò con una tesi che tendeva a trasformare Alleanza nazionale in una destra liberista occidentale. E tra le tesi c’era quella del superamento dell’anticomunismo militante in nome della pacificazione. Era ospite Berlusconi, che si presentò con centinaia di copie del libro nero del comunismo e le regalò a tutti i partecipanti. Berlusconi ha riportato la destra italiana all’ideologia degli anni Settanta, a questo bipolarismo muscolare, con la canzone menomale che Silvio c’è perché combatte i comunisti e non a caso in piazza al suo funerale si saltava contro i comunisti. E anche Meloni quando ricorda ancora quel Berlusconi che nel ’94 ha salvato l’Italia dall’arrivo dei comunisti è in perfettamente in linea con questa falsa narrazione. La verità è che Berlusconi ha schiacciato la destra a destra ostacolando i tentativi di Fini di guardare avanti: come quando alle Europee del 1999 An si presentò con il simbolo dell’elefantino insieme a Mario Segni. Ecco, quella destra, molto più moderna di quella di oggi, è stata schiacciata, ostacolata, avversata da Berlusconi. E oggi abbiamo ancora un FdI sovranista che si genuflette a Berlusconi e che tradisce qualsiasi ipotesi di una destra moderna”.
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