Silvio Berlusconi darà il via a Roma all’operazione scoiattolo per reclutare i Grandi elettori dispersi nel gruppo Misto per oltrepassare il quarto scrutinio per il Quirinale. Ne occorrono più di 50 per tagliare il traguardo da vincente
Antonio Lopez, segretario del Ppe ha rilasciato a favore dell’ex premier un forte augurio: «Con Silvio al Quirinale e Draghi a Palazzo Chigi, l’Italia diventa imbattibile». Parole rassicuranti che smentiscono i profeti di sventure che annunciano un’Italia isolata in Europa se Berlusconi dovesse ascendere al Colle.
L’operazione scoiattolo Berlusconi vuole portarla a compimento prima del vertice di venerdì con Meloni, Salvini e gli altri leader del centrodestra. In quella sede, infatti, il Cavaliere dovrà scoprire le carte che ha in mano. Se la possibilità di tagliare il traguardo del Quirinale è concreta, si procederà sul suo nome. Diversamente, i leader di FdI e Lega lo esorteranno a rinunciare a e a favorire l’intesa con altri gruppi.
Chi lo conosce bene sa che per Silvio Berlusconi la corsa al Quirinale non è mai stata una suggestione. In questi mesi, insieme ai suoi fedelissimi, ha lavorato sottotraccia per mettere a punto la strategia che nelle sue intenzioni dovrebbe portarlo al Colle. Fino ad oggi, il Cavaliere non ha scoperto le carte – almeno ufficialmente – ma è arrivato il primo messaggio a Draghi con il quale l’ex Presidente del Consiglio ha aperto la “sfida”.
Nelle scorse ore, il Cavaliere aveva chiamato i parlamentari per annunciare che sarà a Roma, a Villa Grande, per seguire da vicino sviluppi sul Quirinale. Nelle conversazioni sembra pessimista – viene riferito – circa la possibilità che Mario Draghi possa essere eletto presidente della Repubblica: “Molti non sembrano intenzionati a votarlo perché la sua elezione si tradurrebbe inevitabilmente in elezioni anticipate”. A tutti il leader azzurro ribadisce che “FI non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi, e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza”. Tradotto: Draghi resti dov’è oppure per Forza Italia lo scenario più probabile è quello di elezioni anticipate.
“Penso che Berlusconi smentirà quelle parole, che sono di detti e detti riportati – interviene subito il segretario del Pd, Enrico Letta, in una intervista video su “Metropolis”, in diretta sui siti di tutte le testate del Gruppo Gedi -. Se fossero state dette veramente sarebbero molto gravi, sono sicuro che verranno smentite. La tempistica è sbagliata, profondamente”.
Intanto, si avvicina il 24 gennaio, giorno in cui si terrà il primo voto per il prossimo Presidente della Repubblica. Mattarella ha più volte chiuso alla possibilità di un secondo mandato, eppure il suo nome continua ad essere tra i più gettonati. Con l’emergenza ancora in corso, aumenta infatti il pressing di quanti vorrebbero confermato l’asse Mattarella al Colle e Draghi a Palazzo Chigi così da evitare lo scossone politico in una fase ancora delicata per il Paese. L’altro nome caldissimo e gettonatissimo è ovviamente quello di Mario Draghi che non conferma. Né smentisce.
Allo stato attuale sembrano invece rientrare più nella suggestione che nelle possibilità concrete le candidature al femminile: dall’attuale Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, seconda carica dello Stato, a Marta Cartabia, Guardasigilli, passando per l’ex ministro Paola Severino.
Nemmeno da escludere che alla fine, potrebbe spuntarla un outsider. In lizza, Pierferdinando Casini. Ufficialmente fuori dagli schemi politici, per quanto identificato nel centrodestra, Gianni Letta – considerato da molti un alter ego di Berlusconi: molto meno divisivo potrebbe trovare un più ampio consenso.