C’era un tempo in cui il giornalista Michele Santoro e l’…imprenditore prestato alla politica Silvio Berlusconi erano acerrimi nemici. Il Cavaliere aveva fatto la propria discesa in campo nella politica, cominciava la sua lunga epopea e i due si combattevano a colpi di editti e di trasmissioni d’approfondimento che mandavano lo share sempre in doppia cifra. Un miraggio guardando all’Auditel dei programmi d’informazione di oggi. Ora Santoro in tv si limita a brevi comparsate, sempre salutate con favore dal pubblico tv; e il Cavaliere – alle prese con gli acciacchi dell’età – fa lo stesso in politica. Ma il tempo, a giudicare dalle recenti dichiarazioni di entrambi, sembra aver guarito le ferite. Che effetto le ha fatto – chiedono a Berlusconi su Il Giornale – sentire Michele Santoro dire che “la statura politica, le capacità umane e imprenditoriali di Berlusconi sono fuori discussione” e che “i magistrati hanno iniziato a scannarsi fra loro quando non potevano più prendersela con Berlusconi”? “Che posso dire? – risponde il Cavaliere -. Invecchiando tutti diventano più saggi. E a Santoro non hanno mai fatto difetto né l’intelligenza, né la capacità giornalistica di individuare il punto delle questioni. Questo non toglie nulla alla distanza che ci separa, ovviamente”.
Qualche giorno fa, intervistato da Tv2000, proprio Santoro aveva teso la mano al leader di Forza Italia. “Le prime scelte di Berlusconi sulla Rai – ricorda l’anchorman – furono illuminate, perché pose ai vertici della Rai un personaggio come Letizia Moratti che con me aveva un ottimo rapporto ed ha costruito una struttura dotata di autonomia. È stata lei a nominarmi per la prima volta direttore. Tra l’altro vorrei far notare che la sinistra quasi mai mi ha nominato in qualunque tipo di gerarchia”.
Il giornalista e scrittore è stato intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica, il talk show dedicato ad attualità politica ed economica. Santoro ha parlato, tra l’altro, della sua ultima fatica Nient’altro che la verità (Marsilio), testo in cui si narra la storia del killer mafioso Maurizio Avola. “Questa volta ho deciso di parlare con il pubblico in tutte le sue articolazioni perché il libro merita di essere segnalato all’attenzione. Mi auguro che qualcuno lo legga“, ha esordito Santoro. Che, nel corso della puntata, ha ricordato approfonditamente anche dei suoi trascorsi e delle sue battaglie con Silvio Berlusconi.
Nel suo libro Santoro sostiene che è la Mafia a decidere. “Lo ribadisco. Non nego che ci siano complicità, servizi segreti, politici che cercano forme di collusioni, favoreggiatori. Ma Cosa Nostra non aspettava gli ordini che arrivavano dai servizi segreti. Altrimenti tutto sarebbe stato deciso dallo Stato“, ha sottolineato Santoro, stroncando una narrazione per anni predominante. “Berlusconi non ha dato l’ordine di fare stragi e non le ha ideate“, ha quindi aggiunto il giornalista.
Per quanto riguarda il nodo “toghe sporche”, se fosse vero che la magistratura è inquinata da una loggia più o meno segreta, saremmo di fronte a un problema per la democrazia. “Dopo il crollo della prima repubblica non abbiamo mai creato una nuova repubblica. Il passaggio di Berlusconi non ha portato riforme che sarebbero servite. Abbiamo perso 20 anni. Non c’erano partiti seri. Oggi siamo agli sgoccioli“, ha commentato Santoro.