Il sindacalista dell’Arma, luogotenente Antonio Pagano, segretario generale per la Basilicata di una sigla sindacale, è stato denunciato dai suoi superiori alla Procura militare e a quella ordinaria.
Pagano aveva dichiarato agli inviati della trasmissione Rai Titolo quinto di non sapere che doveva attuare il Piano Covid regionale, né quanti fossero i posti in terapia intensiva disponibili e quale fosse lo stato finanziario della sanità calabrese. Il luogotenente Pagano in un’intervista al Tgr si era limitato a evidenziare la mancanza, all’inizio dell’emergenza sanitaria, delle dotazioni di protezione per i carabinieri in servizio in Basilicata. Per quella intervista, oltre alla denuncia alle varie Procure, la scala gerarchica aveva aperto nei suoi confronti un procedimento disciplinare finalizzato al licenziamento. Pagano, come si legge nell’atto di contestazione disciplinare, ‘rilasciava interviste non veritiere circa la mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale per il personale dell’Arma impegnato nei servizi per istituzionali. Tale comportamento – prosegue l’atto di incolpazione – è da ritenersi biasimevole sotto l’aspetto disciplinare in quanto contrario ai principi di rettitudine, ai doveri attinenti al grado e a quelli di correttezza ed esemplarità propri dello status di militare e di un appartenente all’Arma dei carabinieri, con conseguente nocumento al prestigio dell’istituzione’. Una terribile stroncatura.
Finito nel gorgo giudiziario e disciplinare dall’esito imprevedibile, Pagano aveva deciso di lasciare nei giorni scorsi l’incarico di segretario generale per iscriversi al Nsi (Nuovo sindacato carabinieri), il sindacato fondato dal colonnello Sergio De Caprio, alias capitano Ultimo, attuale responsabile dell’ufficio Tutela diritti e legalità.