Cercano ancora un compromesso Fiat e sindacati che domani si incontreranno alle 15 nello stabilimento Fiat di Pomigliano, per discutere della messa in mobilità per riduzione di personale di 19 dipendenti. Tale decisione è stata presa dai vertici del Lingotto, dopo la sentenza che lo ha obbligati all’assunzione di 19 lavoratori iscritti alla Fiom. Promotori dell’incontro, che comunque è previsto dalla normativa di legge, i sindacati firmatari del contratto di gruppo rifiutato dalla Fiom durante il terzo incontro svoltosi oggi a Torino sul rinnovo del contratto Fiat.
“Abbiamo sottoscritto l’accordo di Pomigliano con l’obiettivo di salvaguardare tutti i livelli occupazionali tanto che Fiat si è impegnata a riassumere tutti i lavoratori entro il 2013 – spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl – per questo non possiamo accettare il provvedimento annunciato nei giorni scorsi dalla Fiat. Chiediamo all’azienda un passo indietro e nello tempo auspichiamo che questa conflittualità si esaurisca”.
“Abbiamo posto formalmente a Fiat la richiesta di integrare nell’ordine del giorno la questione della decisione, comunicata dall’azienda mercoledì 31 ottobre, di mettere in mobilità 19 lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano”, riferisce Uliano.
Per Raffaele Bonanni, il segretario generale della Cisl, la Fiat non può esimersi dal ritirare i licenziamenti “perché le sentenze dei giudici si rispettano non si discutono, altrimenti il Paese è allo sbando”.
“Le sentenze – aggiunge – si rispettano reintegrando i lavoratori e non licenziandone altri. Questo non succede in nessun altro posto. Noi faremo ricorsi se l'azienda non ci rassicura. Gli accordi gli abbiamo fatti per reintegrare tutti, non per far licenziare. Se il governo deve fare qualcosa – conclude Bonanni – non lo dica, lo faccia”.