Sinodo spaccato su gay e divorziati

Il Sinodo straordinario sulla famiglia si chiude oggi ed il tradizionale messaggio conclusivo come saluto e gesto di condivisione sarà inviato a tutte le famiglie dei diversi continenti,  ed in particolare a quelle che seguono Cristo. Ieri, invece, è stato il giorno che si è concluso con la Relatio approvata da padri e dedicato alla riforma della pastorale familiare. Papa Francesco,  su questo testo ha posto il proprio sigillo per affermare che “non è più il tempo dell’irrigidimento ostile di chi non vuol farsi sorprendere da Dio”. C’è stato,  in realtà,   un momento di spaccatura su gay e divorziati, temi su cui non si sono raggiunti i due terzi dei voti. Papa Francesco ha rimesso al centro dell’agenda ecclesiale la radicalità evangelica dicendo: “Abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete alle  tante difficoltà ed alle innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare,  e dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”. Ovvero, Papa Francesco  sottolinea la differenza esistente tra dottrina e vita, per una Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi ed i pentiti, e non solo per coloro che credono di essere perfetti. La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto. La Relatio è stata votata dai padri nei 62 paragrafi, di cui tre non approvati, paragrafo dopo paragrafo e tutti si sono espressi con un voto elettronico che precedeva soltanto l’opzione “placet” o “non placet”. I due paragrafi sulla questione di cambiare la disciplina sull’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati non hanno ottenuto i due terzi dei voti. Idem per il paragrafo dedicato alle persone omosessuali. Ha ottenuto, invece, la maggioranza qualificata il punto nel quale si ricorda che “le situazioni dei divorziati risposati esigono un attento discernimento ed un grande rispetto promuovendo la loro partecipazione alla vita della comunità”. Nel paragrafo dedicato ad i gay si ricorda che vi sono famiglie che “vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale”. I padri si sono interrogati “su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione” e l’hanno fatto ribadendo quanto la Chiesa nel Catechismo ed in un testo del Sant’Uffizio dice: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali  ed il disegno di Dio su matrimonio e famiglia, ma gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con grande rispetto e delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”.

Cocis

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