Il capo di Stato Maggiore della Turchia, da ieri in visita ad Hatay, zona colpita la settimana scorsa dagli attacchi siriani, ha affermato che la Turchia ha risposto all’attacco, ma è pronta a dare una risposta ancora più forte. “Siamo qui – ha detto Ozel durante la visita a Akcakale, la località colpita dai mortai siriani – abbiamo già dato la nostra risposta alla Siria, se continueranno lo faremo in modo ancora più violento. La tensione sulla frontiera è altissima. Dopo la strage della settimana scorsa, che ha ucciso cinque civili, tra cui 3 bambini, l’esercito di Ankara ha aperto un fuoco di rappresaglia con l’artiglieria, mentre il parlamento ha votato l’autorizzazione a procedere ad altri attacchi oltre la frontiera sui prossimi dodici mesi. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha sottolineato che il Paese non vuole una guerra con la Siria, ma deve assicurare la tutela dei propri confini. L’obiettivo turco è quello di premere sulla Nato perché venga adottata una zona cuscinetto sul confine dei due Paesi, lungo 900 chilometri. La misura avrebbe la funzione di tamponare il fuoco da oltre frontiera, nonché gli attacchi del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che da anni lotta per la creazione di uno stato indipendente e che sta usando la situazione siriana per infierire nel sud-est del Paese. Ieri la Nato ha ribadito di non volere un’escalation tra Turchia e Siria, ma di essere pronta a difendere l’alleato turco, “se necessario”.
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