Ancora sangue in Siria. Dopo i combattimenti che hanno invaso Aleppo (Nord), questa mattina si registrano scontri anche nel campo palestinese di Yarmuk a Damasco e il bilancio dei morti nel Paese – nella sola giornata di ieri, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) – è salito a quota 143, di cui 75 civili, contro 106 di ieri. Il bilancio delle vittime di ieri include anche 41 soldati e 27 ribelli. Le violenze hanno preso origine dalla rivolta di ex militari contro il regime e prende corpo l’ipotesi che ci sia stata anche l’infiltrazione di Al Quaeda.
Inoltre nel Paese la tensione resta alta anche per la “battaglia finale”, che Aleppo si appresta a preparare. Prospettiva che rende più concreta la possibilità di utilizzo di armi chimiche in ambito internazionale. . La Turchia, intanto, ha annunciato la chiusura di tre posti di frontiera in mano ai ribelli siriani. Le violenze nel campo palestinese di Yarmuk seguono quelle di una decina di giorni fa, quando almeno sette persone erano state uccise in seguito a uno scontro tra le forze di sicurezza – che erano intervenute per fermare una manifestazione – e uomini dell’Esercito libero siriano.