Siria, Onu: “Due milioni di rifugiati”. Vaticano avverte: “Si rischia guerra mondiale”

E’ allarme rifugiati in Siria. Il monito viene dall’Onu che fa sapere che Il numero di chi ha cercato protezioni in paesi ‘neutrali’ è ormai di 2 milioni. Una cifra smisurata anche in confronto ad un anno fa, quando il loro numero era di 230.671 persone. In un anno il numero dei rifugiati siriani nei paesi confinanti con la Siria è aumentato di 1,8 milioni.

Iran: “Informazioni su gas nervini già 8 mesi fa”. Intanto l’Iran fa sapere di aver fornito già 8 mesi da  informazioni sull’introduzione in Siria di gas nervini già attraverso un traffico che ha preparato gli attacchi chimici attribuiti da Teheran ai ribelli siriani. Lo riferiscono media iraniani, tra cui il sito dell’emittente Press Tv.

La rivelazione è stata fatta dal ministro della Difesa, il generale di brigata Hossein Dehqan, il quale ha detto che “la minaccia di un attacco militare col pretesto dell’uso di armi chimiche in Siria arriva dopo che gli Usa hanno ignorato gli avvertimenti dell’Iran circa gas Sarin che veniva portato in Siria otto mesi fa, praticamente spianando la strada per attacchi chimici in Siria”. Senza fornire altri dettagli, almeno nelle sintesi in rete stamani, il ministro iraniano ha sostenuto quanto sia chiaro che “gli Usa vogliono lanciare limitati attacchi per risollevare l’abbattuto morale dei terroristi in Siria” e, fra l’altro, “indebolire le capacità operative delle Forze armate siriane”.

A Roma riunione ‘Amici della Siria’ l’8 settembre. La soluzione alla crisi siriana potrebbe arrivare da Roma. Domenica 8 settembre si terrà infatti nella capitale la riunione degli ‘Amici della Siria’, con i ministri degli Esteri dei Paesi che da febbraio 2012, dopo il veto di Russia e Cina (alleati di Assad), cercano di trovare una via d’uscita al conflitto che ha causato oltre 110.000 morti da marzo del 2011. Per l’occasione volerà a Roma anche il segretario di Stato americano John Kerry, che sabato avra’ gia’ avuto un primo confronto con i colleghi europei a Vilnius.

Portaerei americana in rotta verso Siria. Nonostante il rinvio di Obama, l’America continua a prepararsi all’intervento in Siria. In queste ore, la portaerei USS Nimitz e altre navi del suo gruppo d’attacco sono in navigazione verso Ovest, in direzione Mar Rosso, anche se per ora il gruppo (di cui fanno parte anche 4 cacciatorpediniere e un incrociatore) non ha ricevuto l’ordine di entrare nelle acque del Mediterraneo. Intanto il Vaticano ha invitato nuovamente le forze internazionali a non ricorrere alle armi.  “La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato”, ha ammonito monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, commentando alla Radio Vaticana l’appello lanciato domenica da papa Francesco. “La situazione di violenza non ne sarebbe diminuita. C’e’, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi”, ha sottolineato. “Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto o da un’esperienza di violenza”. Poco prima Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello alla pace su Twitter: “Mai più la guerra! Mai più la guerra!”, è il messaggio lanciato oggi sul profilo @Pontifex in nove lingue.

Mosca dubita degli Usa, Lavrov: “Non ci sono prove”. Mosca non ci sta, non crede all’America. “Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di concreto e che non ci convincono. Non ci sono né mappe geografiche né nomi. Inoltre ci sono molte incongruenze, restano moltissimi dubbi”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Lavrov, che per appoggiare gli Usa in un eventuale intervento contro la Siria, preferirebbe prove certe, a semplici illazioni:

“Non ci sono fatti, ci sono semplicemente dichiarazioni che loro sanno per certo”, ha ribadito Lavrov. “E quando voi chiedete delle conferme più dettagliate – ha proseguito – loro dicono che è tutto segreto e che per questo non possono farci vedere: vuol dire che non vi sono elementi per la cooperazione internazionale”. “Anche quello che ci hanno fatto vedere in precedenza e ultimamente i nostri partner americani, come pure quelli britannici e francesi, non ci convince assolutamente”, ha aggiunto.

“Russia e Cina sono esclusivamente per soluzioni diplomatiche” e sono “contrarie al ritorno al linguaggio degli ultimatum e alla rinuncia del negoziato”, ha detto poi il capo della diplomazia russa in merito alla crisi siriana, ma ricordando anche altri dossier caldi come quelli iraniano e nordcoreano. Diventa quindi meno imminente l’eventualità di un intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria. Per lo meno ora bisogna aspettare l’ok del Congresso. E l’Italia tira un sospiro di sollievo.  Il ministro Mauro accoglie infatti con favore la pausa di riflessione che Stati Uniti, mentre Gran Bretagna e Francia si sono presi tempo per un eventuale intervento armato in Siria: ‘speriamo tutti in una soluzione politica’. Da Londra il governo precisa che, nonostante fosse stata autorizzata nel gennaio 2012, la licenza per la vendita di sostanze chimiche alla Siria, l’invio non fu mai effettuato per via dell’embargo.

 

 

 

 

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