Oltre un migliaio di migranti e rifugiati sono da ore concentrati davanti al confine terrestre tra Turchia e Grecia, che sebbene sia chiuso dalle forze di sicurezza greche, e’ stato ripetutamente forzato nelle ultime ore. La polizia ha respinto diversi attacchi lanciando gas lacrimogeni. Centinaia di persone sono anche intrappolate nell’area tra i due confini, perche’ le autorita’ turche le hanno lasciate passare, ma l’attraversamento sul lato greco era chiuso. E ora sono i turchi a non permettere loro di tornare indietro. Il governo del conservatore Kyriakos Mitsotakis ha convocato per stamane un gabinetto di emergenza per affrontare la crisi.
Gli scontri tra polizia e migranti si sono verificati durante la notte e la situazione rischia di peggiorare poiche’ ai valichi di frontiera continua ad arrivare un numero crescente di autobus. Il ministro della difesa greco, Nikos Panayotopulos, ha detto che ci sono stati anche arresti, ma senza specificarne il numero. Parlando a Skai, Panayotops ha sottolineato che il governo rafforzera’ ulteriormente il confine perche’ la Grecia vuole evitare l’ingresso nel Paese e l’Unione europea (UE) dei migranti in arrivo dalla Turchia. Il ministro ha tuttavia riconosciuto che il controllo della situazione marittima e’ piu’ difficile e che non sono riusciti a entrare altri rifugiati solo perche’ le condizioni meteorologiche sono avverse. La tensione si e’ riverberata anche nei campi profughi di Moria e Vial, sulle isole di Lesbo e Chios, dove durante la notte ci sono stati numerosi scontri tra migranti, rifugiati e polizia. Secondo i media locali, tra i richiedenti asilo ad un certo punto e’ corsa voce che i confini europei fossero stati aperti e che una nave fosse in attesa di trasferirli in due porti; e quindi decine di persone hanno lasciato il campo per cercare di arrivare nei villaggi; ma gli agenti di polizia dispiegati sulle isole hanno impedito loro il passaggio. Ci sono stati scontri e alcuni piccoli incendi. L’allarme e’ cominciato con il bombardamento nella citta’ siriana di Idlib che ha ucciso 33 soldati turchi, un attacco che ha portato il portavoce del partito islamista turco Giustizia e Sviluppo, Omer Celik, a minacciare l’Ue che la Turchia non puo’ piu’ fermare la spinta verso l’Europa degli sfollati e di chi e’ in fuga dai combattimenti nel Nord-Ovest della Siria. Poche ore dopo e’ cominciato ad arrivare alla frontiera sul lato turco il primo grande gruppo di migranti e rifugiati che volevano passare, tutti su pullman messi a disposizione gratis non si sa bene da chi.