Damasco accetta la proposta russa di mettere le proprie armi chimiche sotto controllo internazionale. A comunicarlo a Mosca, il ministro degli esteri Walid al Muallim, nel corso di un incontro con Serghiei Narishkin, presidente della Duma, ramo basso del parlamento russo. “Ieri abbiamo tenuto un round di negoziati molto fruttuosi con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e da parte sua è stata avanzata una iniziativa riguardante le armi chimiche”, ha riferito al Muallim. “Già ieri sera ci siamo dichiarati d’accordo partendo dal presupposto che essa deve togliere il terreno per l’aggressione americana contro il nostro Paese”, ha aggiunto il capo della diplomazia, ricordando il consenso manifestato pubblicamente ieri sera.
Obama: “Sviluppo positivo”. “La proposta russa che punta a mettere l’arsenale chimico del regime siriano sotto il controllo internazionale è certamente uno sviluppo positivo”, ha dichiarato il presidente statunitense Barack Obama , commentando la proposta di Mosca, che ha chiesto a Bashar Assad di consegnare il suo arsenale chimico. L’idea “può avere una chance di successo”, ha proseguito Obama, pur manifestando scetticismo alla luce del passato del regime, che ora si dice pronto ad accettare l’offerta russa. Il governo americano, ha ancora affermato, “si confronterà con i russi e la comunità internazionale per vedere se si può arrivare a qualcosa di serio e verificabile”. Positivo, a suo avviso, anche il passo compiuto dai paesi che stanno appoggiando il regime, Cina e Russia, nel riconoscere che il 21 agosto scorso “c’è stata una violazione e questo rappresenta un problema”.
Obama ha poi aggiunto che vuole “essere certo che la norma contro l’uso delle armi chimiche sia rispettata. Questo è il nostro interesse nazionale. Se possiamo farlo senza un attacco militare – ha detto in una intervista alla rete televisiva Abc- questo è un modo assolutamente preferito”.
Alla domanda se i piani di attacco saranno sospesi in caso di consegna delle armi chimiche, Obama ha risposto: “assolutamente, se ciò accadrà davvero”. Il presidente ha anche spiegato che continuerà comunque a chiedere il sostegno parlamentare al raid. “Non penso -ha sottolineato- che saremmo arrivati a questo punto se non avessimo mantenuto credibile la possibilità militare e non penso sia giunto per noi il momento di farla cadere”.
Ma all’America non basteranno le parole per fare dietro-front , nota Obama, che cita l’adagio dell’ex presidente Reagan: “fidarsi non è abbastanza, dobbiamo verificare”. “L’importante – continua Obama- è che la comunità internazionale possa realmente fidarsi del fatto che l’arsenale chimico siriano, uno dei più grandi al mondo, sia realmente sotto controllo”. “Vediamo se sono seri”, incalza ancora, “gli Usa saranno rapidamente in grado di capire quanto seria è questa proposta”.
Riguardo invece alle “ripercussioni”minacciate dal presidente siriano nel caso di un intervento militare americano, “non ritengo che sia una minaccia credibile perché Assad non ha una capacità tale da attaccarci in modo significativo”, risponde Obama. “Qualche suo alleato come l’Iran e Hezbollah – prosegue – ha il potenziale per ingaggiare attacchi asimmetrici”. Eventualità di cui, a suo parere, l’Intelligence Usa e la rete diplomatica sono assolutamente coscienti.
Anche l’Iran ha ben accolto la proposta russa. Ad annunciarlo il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Marzieh Afkham. “L’Iran è favorevole – ha detto Afkham in una conferenza stampa – all’iniziativa russa per mettere fine alla crisi siriana”. Per la Repubblica Islamica, si tratta di una iniziativa che si inscrive “nel quadro degli sforzi per mettere fine alla militarizzazione della regione”, ha concluso il portavoce.
Francia: “Oggi all’Onu nostro piano risoluzione”. Intanto la Francia ha comunicato all’Onu che presenterà presto un piano di risoluzione in cui si chiede a Damasco di rendere pubblico il suo arsenale chimico. La notizia è stata annunciata dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. “Oggi – ha spiegato Fabius, nel corso di una conferenza stampa convocata all’ultimo momento al Quai d’Orsay a Parigi’ – la Francia proporà’ un progetto di risoluzione che punta a concretizzare immediatamente le sue idee: condannare il massacro del 21 agosto commesso dal regime siriano, fare piena luce su programma di armi chimiche, fare in modo che venga istituito un sistema di ispezione e controllo degli obblighi assunti dal regime, prevedere sanzioni estremamente serie in caso di violazione di questi obblighi, sanzionare i responsabili del massacro del 21 agosto davanti alla giustizia internazionale penale”. ”Servono risultati rapidi”, ha avvertito Fabius. In merito invece alla proposta russa, Fabius esprime ragionevoli dubbi:-“Non vogliamo che la proposta russa sulla Siria ‘possa essere utilizzata come ”manovra diversiva”. Per questo, ”presenteremo oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che contiene le nostre idee”.