“L’utilizzo di armi chimiche ai danni della popolazione civile siriana” è un “atto che ripugna la coscienza del popolo italiano e che si configura come crimine contro l’umanità”; è una “inaccettabile violazione” del diritto internazionale ed i responsabili dovranno essere sottoposti alla giustizia internazionale”. Così una nota di palazzo Chigi in cui si sottolinea anche che il governo italiano ha ribadito agli alleati Usa ed europei la posizione “espressa in Parlamento” sulla Siria e chiede che l’attività degli ispettori dell’Onu “possa procedere con la massima libertà e celerità”
”Anche se l’Onu fallisce nel tentativo di trovare l’accordo su un’azione in Siria, ci vuole comunque una risposta”. Così il ministro degli Esteri britannico William Hague aggiungendo che ”è giunto il momento per il consiglio di sicurezza dell’Onu di assumersi le sue responsabilità” sulla Siria.
Una eventuale rappresaglia contro la Siria per l’uso delle armi chimiche non sara’ limitato a un solo giorno. Lo ha detto una fonte dell’aministrazione Usa all’agenzia Bloomberg mentre in Consiglio di Sicurezza e’ cominciato l’iter della risoluzione britannica che “autorizza tutti i mezzi necessari per la protezione della popolazione civile” siriana dagli attacchi con i gas.
Intanto il vice ministro degli esteri siriano Faisal Maqdad ha detto che Londra e Parigi hanno aiutato ”i terroristi” ad usare le armi chimiche in Siria e che gli stessi gruppi le useranno presto contro l’Europa.
Gli ispettori dell’Onu hanno bisogno di 4 quattro giorni per concludere le loro indagini e del tempo per analizzarne i risultati. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon.
Anche con un eventuale via libera dell’Onu l’intervento italiano non sarebbe automatico, ma farebbe scattare un “serio dibattito in Parlamento”. Lo ha assicurato il ministro degli esteri Emma Bonino, alla quale ha fatto eco il collega alla Difesa Mario Mauro: “Non ci sono spazi – ha detto in un’intervista ad Avvenire – perchè l’Italia prenda parte attivamente ad una nuova azione militare”.
Mentre l’Italia frena su un suo eventuale coinvolgimento, dalla regione arrivano avvertimenti chiari sulle possibili conseguenze di un attacco: la Siria minaccia un contrattacco anche su Israele e la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, assicura: il Medio Oriente e’ una “polveriera”, un attacco Usa avrebbe conseguenze “disastrose”.
La Casa Bianca ieri sera ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale, e forse domani renderà noto il suo rapporto sull’uso di armi chimiche.
Oggi la Gran Bretagna presenterà una proposte di risoluzione Onu per la protezione dei civili, mentre gli ispettori hanno visitato un altro sito. Mentre la crisi fa salire il prezzo del petrolio a livelli record. ”Capiamo le ragioni che spingono alcuni paesi a voler dare un avvertimento muscoloso – ha detto Bonino – ma riteniamo che per la condizione di estrema complessita’ della regione e le possibili reazioni di altre potenze… solo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu possa e debba assumersi la responsabilità di un intervento”. Ma anche se ci fosse il via libera dell’Onu, ha aggiunto Bonino, la partecipazione dell’Italia all’intervento non sarebbe automatica, ma si aprirebbe un ”serio dibattito in parlamento”. Anche perche’ si tratta di interventi che “nascono tutti limitati e poi diventano illimitati”.
Secondo il Washington Post, la Casa Bianca già domani potrebbe rendere noto il rapporto dell’intelligence americana che dimostrerebbe l’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. La rivista Foreign Policy scrive che i servizi Usa avrebbero intercettato una telefonata tra alti funzionari siriani in cui si parla di un attacco con sarin. Gli ispettori Onu stamani sono riusciti a raggiungere un altro sito a est di Damasco dove sarebbe avvenuto un attacco con armi chimiche. Il segretario generale Ban Ki-moon ha detto che hanno bisogno di tempo per concludere il loro lavoro, un appello implicito a ritardare l’attacco. Un esponente delle forze armate siriane ha minacciato stamani una ritorsione su Israele se la Siria sarà attaccata.
Anche la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, si è fatta sentire: per il leader del principale alleato di Damasco, un attacco Usa sarebbe ”un disastro… la regione è una polveriera e il futuro non può essere previsto”. La Gran Bretagna ha annunciato che presenterà oggi una proposta di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu ”per l’autorizzazione di misure necessarie alla protezione dei civili”. Un tentativo per ottenere la copertura Onu all’intervento, che probabilmente sarà affossato dal veto russo. In questo clima di tensione, il petrolio stamani è schizzato ai massimi valori da due anni, a 112,24 dollari al barile.
Mosca, prematura reazione Consiglio Sicurezza – ”E’ prematuro discutere di qualche reazione del consiglio di sicurezza finche’ gli ispettori attualmente in Siria non presenteranno il proprio rapporto” sul presunto uso di armi chimiche: lo ha detto il primo vice ministro degli esteri russo Vladimir Titov citato da Interfax.
(Ansa)