La sanità è diventato l’ultimo terreno che ha unito la Cgil e la sinistra italiana. Il sindacato, con l’occhiolino di Partito democratico e Movimento 5 Stelle, si è affrettato a scendere in piazza per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale.
Riccardo Starace – responsabile salute per Confapi Lazio e imprenditore nel settore della sanità privata – ha spiegato a ilGiornale.it perché l’esecutivo al momento sta andando nella giusta direzione, smontando di fatto le solite teorie sostenute da Elly Schlein: ‘Il ministro Schillaci è un medico e rettore di uno dei più importanti policlinici universitari d’Italia (Tor Vergata) e di certo conosce bene le criticità del SSN. In sanità è necessario valorizzare le risorse di assoluta eccellenza affinché possano insieme a importanti riforme strutturali imporre un cambio di passo. Fino ad oggi l’operato del ministro sta andando in questa direzione. La sanità italiana ad oggi è gia de facto un sistema che si poggia su due pilastri: quello pubblico e quello privato. Quest’ultimo si suddivide a sua volta in ‘privato accreditato’ (che ricordo al cittadino costa esattamente quanto quello pubblico) e ‘privato-privato’. Nell’ottica di una sanità di prossimità, sempre più necessaria, un maggior coinvolgimento del privato accreditato non farebbe altro che coaudiuvare il sistema pubblico, che potrebbe così dare una sempre più efficace risposta alle esigenze dei cittadini. Ritengo che la scelta di un tecnico quale ministro della Salute sia un segnale di grande attenzione del presidente Meloni verso il mondo della salute. Rispetto alle politiche strutturali della sanità non possiamo non partire dal Pnrr che stanzia 15,63 miliardi di euro alla Missione 6 Salute e si articola nelle due componenti dedicate rispettivamente alle ‘Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale’ (7 miliardi di euro) e alla ‘Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale’ (8,63 miliardi di euro). Le risorse ci sono, le progettualità anche. Adesso per fare una prima valutazione dovremo solo aspettare l’avvio dei progetti previsti. Il segretario del Partito democratico fa il suo lavoro, che è quello di fare opposizione e – pur avendo il massimo rispetto per l’onorevole Schlein – ovviamente non sono d’accordo sul fatto che la sanità privata possa essere conflitto con quella pubblica. Anzi ritengo che la sanità privata sia oggi una grande alleata di quella pubblica e sono convinto che questo rapporto virtuoso sia destinato a crescere e a migliorare per il bene dei cittadini. Una delle accuse rivolte dalle opposizioni al governo è quella di un presunto taglio dei fondi alla sanità. Ma quegli stessi partiti in passato, quando erano alla guida del nostro Paese, hanno davvero fatto tutti gli sforzi necessari che ora chiedono? Il SSN esiste in Italia dal 1978, quando sotto il governo Andreotti – su proposta della ministra della Sanità Tina Anselmi – fu approvata la legge 833. Provvedimento che sopprimeva il sistema mutualistico in vigore fino a quel momento e che si basava su ‘casse mutue’ legate alle diverse categorie di lavoratori e istituiva il SSN (basato su ‘universalità, uguaglianza ed equità’). In base a questi princìpi le prestazioni sanitarie furono estese a tutta la popolazione. Attualmente i servizi del SSN sono erogati dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL), dalle Aziende Ospedaliere, ma anche dalle strutture private accreditate. In base alla Riforma del Titolo V della Costituzione la tutela della salute è diventata ‘competenza concorrente’ tra Stato e Regioni: lo Stato – attraverso il Piano Sanitario Nazionale – stabilisce i LEA, mentre le Regioni e le Provincie Autonome, in piena autonomia, programmano e gestiscono la sanità sui loro territori, mentre le Aziende Sanitarie, pubbliche e private accreditate, forniscono i servizi ai cittadini. Partendo da questa analisi è più semplice comprendere la difficoltà di rispondere a questa domanda. Ad oggi le criticità del sistema sanitario restano un tema che tutti i governi hanno affrontato ma che nessuno ha ancora definitivamente risolto. Delle cifre del Pnrr abbiamo già parlato ma nel Piano sono anche previsti investimenti nella formazione del personale sanitario in medicina di base e specialistica e nel rafforzamento delle competenze manageriali e digitali. Inoltre sarà data attuazione a un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere. In sostanza il Pnrr può essere un boost eccezionale per la sanità. Sono un imprenditore e come tale nelle mie aziende giudico soprattutto i risultati. E lo stesso dovremo fare per valutare l’operato di questo governo sul tema sanitario’.