Proteste davanti al ministero dell’Interno. I sindacati della polizia Consap e Adp (Autonomi di polizia), hanno esposto sagome di poliziotti in mutande e una bara in mogano. Tra le richieste dei manifestanti, lo sblocco del rinnovo contrattuale, il pagamento integrale dell’assegno di funzione, degli straordinari e delle indennità, l’approvazione della legge delega di riordino delle carriere e l’avvio della previdenza complementare.
A guidare il sit-in dei poliziotti, Giorgio Innocenzi, segretario generale della Consap (Confederazione sindacale autonoma di polizia): “Abbiamo portato una bara davanti al Viminale perché è morta la sicurezza dei cittadini”, spiega all’Adnkronos il leader della Consap. “I 4 miliardi di tagli operati in questi anni dai diversi governi e dalle finanziarie che si sono succedute vanno a incidere soprattutto sulla sicurezza dei cittadini: più loro tagliano e più diminuiscono i controlli e aumentano i reati di microcriminalità”.
“Aumentano scippatori, borseggiatori e spacciatori: è ora di dire basta e di capire che in ogni paese civile la sicurezza è un investimento e non una spesa. In Italia, invece – rimarca Innocenzi – le forze politiche che si sono alternate alla guida del Paese hanno saputo solo tagliare le risorse”.
“Chiediamo con forza un cambio di passo – scandisce Innocenzi – le forze di polizia sono sotto organico del 25%: mancano 13 mila poliziotti, e le continue sforbiciate al comparto sicurezza mettono a dura prova il lavoro degli operatori. Questo – assicura – è solo l’inizio: ci saranno altre manifestazioni e, se non vedremo cambiamenti sostanziali, tutti i sindacati di polizia scenderanno in piazza per una grande manifestazione nel centro storico di Roma”.
“Mentre ci bloccano il contratto e gli straordinari – spiega all’Adnkronos Ruggero Strano, presidente Adp – il ministero ha intenzione di indire un maxi concorso per avanzamenti di grado, quando possono contare già su 8.000 idonei. Il Consiglio di Stato lo ha bloccato. Continueremo a stare in piazza – assicura il leader sindacale – fino a quando non cambieranno le cose”.