Il Pnrr resta al centro in questi giorni della dialettica politica per i ritardi nei bandi che metterebbero a rischio l’utilizzo di una parte delle risorse. L’approdo in aula al Senato – previsto inizialmente martedì 4 aprile – slitterà dopo Pasqua, perché si attendono ancora le riformulazioni di alcuni emendamenti annunciati dal governo. Si avvicina intanto la presentazione del Documento di Economia e Finanza, che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri l’11 aprile, subito dopo le festività di Pasqua. Tra i dati più attesi c’è la previsione sulla crescita del Pil, che potrebbe essere rivista al rialzo – +0,8%/0,9% ipotizza il Sole 24 Ore – rispetto a quanto scritto a fine novembre scorso dal Mef nel Documento di programmazione di bilancio che per il 2023 stimava una «perdita di slancio dell’attività», con la crescita «rivista al ribasso» allo 0,6%».
I ritardi sulla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con cui vanno gestiti i fondi del Next generation Eu, non sembrano comunque mettere in discussione l’arrivo della terza tranche da 19 miliardi di euro. “Io non sono preoccupato affatto per l’erogazione richiesta a fine dicembre”, ha detto il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni: “Penso che i punti che sono ancora da chiarire saranno chiariti” e “vedo grandissima buona volonta’ da parte del governo”.
Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, tornerà a parlarne pubblicamente oggi, in occasione di un convegno alla Luiss di Roma. La questione sarà inoltre sicuramente sul tavolo del bilaterale tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il commissario europeo per il Bilancio e la programmazione economica, Johannes Hahn, in agenda martedì. I tecnici del ministero dell’Economia sono intanto al lavoro per la stesura del Documento di economia e finanza. Il termine per la presentazione alle Camere è fissato al 10 aprile. Con ogni probabilita’ il consiglio dei Ministri chiamato a vararlo sara’ convocato lunedì 11.
“Le previsioni per il 2023 sono in miglioramento, ci aspettiamo variazioni congiunturali positive del Pil nella prima meta’ dell’anno che ci porteranno a rivedere leggermente verso l’alto l’obiettivo di crescita per il 2023 precedentemente indicato a +0,6%”, ha fatto sapere Giorgetti. Ulteriori indicazioni sullo stato di salute dell’economia italiana arriveranno venerdì, con la diffusione del Bollettino economico della Banca d’Italia. Mercoledì invece l’Istat renderà’ noto il conto trimestrale della pubblica amministrazione.
«Sul Pnrr purtroppo l’attuale governo si è trovato a dover risistemare molte cose che non vanno perché il piano è stato fatto in modo troppo frettoloso dal governo Conte II», ha spiegato Giovanbattista Fazzolari ricostruendo la cronologia dei fatti a Radio 24. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, intervistato da Maria Latella, ha smontato le ricostruzioni approssimative delle opposizioni.
«Che ci siano delle criticità noi lo abbiamo sempre evidenziato», ha detto Fazzolari. «Noi di Fratelli d’Italia ci siamo astenuti dal votarlo in Parlamento e lo rivendichiamo anche perché il Pnrr è stato portato in aula con meno di 24 ore di anticipo rispetto a quando il Parlamento lo ha dovuto votare», ha aggiunto il sottosegretario. Per quanto riguarda il confronto con Bruxelles, «la commissione ha chiesto maggiori dettagli su alcuni degli obiettivi dichiarati come raggiunti dal precedente governo. Lo faremo, lo specificheremo meglio» ha aggiunto, ribadendo che «l’obiezione non riguarda obiettivi presentati da questo governo». «Siamo arrivati in una situazione di grande difficoltà a rispettare determinate scadenze del precedente programma» ha concluso Fazzolari, spiegando che «Fitto sta facendo uno straordinario lavoro».
Secondo quanto scrive ancora il quotidiano, «al ministero dell’Economia si aspettano anche qualcosa in più e con il +0,4% ereditato lo scorso anno non sarebbe difficile superare la soglia degli zero virgola per arrivare in zona +1%». Ma si sottolinea che tra Tesoro e Ragioneria la prudenza è abituale.
Di sicuro, tra le variabili che impatteranno sulla crescita del Pil c’è appunto lo stato di attuazione del Pnrr. Un’occasione che appartiene a tutti, come ha ribadito anche Pierferdinando Casini, in un dibattito pubblico. «Sul Pnrr ritengo stucchevole dare la colpa al governo. Anche se ci fosse stato Conte o Draghi, la difficoltà che noi abbiamo è una Pubblica amministrazione che non ha, per tanti versi, il numero di competenze necessarie per leggere in atto questo progetti. Il fatto che oggi ci potessero essere delle difficoltà era largamente prevedibile. Chi dice che non ne sapeva niente – dice il senatore Pd – mettendo in capo a Fitto le responsabilità fa il teatrino della politica».
Come ricorda Maurizio Gasparri, «il Pnrr è una grande occasione che il Paese non deve sprecare e che appartiene a tutti, non a una parte o ad un governo in carica. Il merito, di queste ingenti risorse ottenute dall’Italia, è di tanti. Berlusconi e Tajani, nel Ppe, lavorarono in maniera incisiva per far sì che le Autorità comunitarie varassero questo progetto. Si sono poi alternati governi diversi intorno a questo dossier. Il governo Conte – prosegue il vicepresidente del Senato – purtroppo elaborò dei programmi inadeguati ma non poteva fare di più, visto il tipo di esecutivo che c’era all’epoca, con i Di Maio al timone. Tuttavia le intenzioni sembravano positive. Il governo Draghi, nonostante il prestigio del Presidente del Consiglio, avendo alcuni professori alla Giavazzi, ha commesso alcuni errori a cui poi, successivamente, è stato posto riparo».
Secondo Gasparri, «il governo Meloni sta agendo con incisività, prendendo le cose buone del passato e correggendo gli errori fatti da altri. L’Europa deve dare tempo all’Italia e agli altri Paesi. Sono tanti gli Stati in netto ritardo e, anzi, l’Italia è in un gruppo di testa negli adempimenti. Perché vanno dette delle verità. Bisogna poi esprimere comprensione per sindaci di sinistra che, come Sala, chiedono soldi ma non sono riusciti nemmeno a trovare lo spazio per piantare degli alberi, nel quadro dei programmi finanziati con i fondi europei. Oppure come il sindaco di Firenze, che propone di mettere nel Pnrr gli stadi, mentre dovremmo dare priorità alle infrastrutture, alla sanità e alle scuole. I sindaci di sinistra hanno fatto degli errori che dovranno correggere, perché Sala e altri screditano l’Europa, introducendo argomenti impropri e secondari nei piani del Pnrr. L’Italia raggiungerà, grazie all’attuale governo, importanti risultati per i quali tutti devono collaborare. I sindaci di sinistra correggendo i loro errori, i gruppi di opposizione per compensare gli errori che hanno fatto quando erano al governo. Tutti insieme daremo all’Italia mezzi e strumenti fondamentali per il futuro di tutti», conclude l’esponente di Forza Italia.
‘Nessun ritardo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e la garanzia che l’Italia non sprecherà le risorse europee’. Giorgia Meloni smina il campo da possibili polemiche sul Pnrr: “Non prendo in considerazione l’ipotesi di perdere le risorse” del Pnrr, prendo in considerazione l’ipotesi di farlo arrivare a terra in maniera efficace. Complessivamente il clima di collaborazione con l’Ue è un ottimo clima. Non sono preoccupata dai ritardi sul Pnrr, stiamo lavorando molto, non mi convince molto la ricostruzione allarmista” degli ultimi giorni”.
Il presidente del Consiglio ha poi chiarito che l’esecutivo è al lavoro “anche per favorire soluzioni a problemi che oggi nascono ma che non sono figli delle scelte di questo governo”.
“La Commissione europea “su alcuni progetti che erano già inseriti nel Pnrr – spiega Meloni – sta chiedendo maggiore documentazione e noi la stiamo fornendo. Certo – conclude – c’è un grande lavoro da fare e, come io ho detto forse prima di altri, su alcune cose bisogna verificare la fattibilità, però è oggetto di una interlocuzione con la Commissione sulla base di quello che noi riteniamo sia necessario per spendere queste risorse al meglio”.