La svolta metal di Vasco Rossi arriva dalle prime note: quelle di “Gli spari sopra” che aprono il concerto in uno stadio Olimpico pienissimo. Primo appuntamento di una trilogia che continua domenica. Prima dei quattro sold out di San Siro, a Milano, il 4, il 5, il 9 e il 10 luglio. Il Komandante è in gran forma, di ottimo umore, la testa rasata a zero, l’impianto di amplificazione sofisticato e potentissimo, il palco uno spettacolare mostro tecnologico di 800 mq con due megaschermi laterali e uno centrale. L’elemento centrale è una “V” su cui è costruita la scenografia centrale e della stessa forma è la passerella che si protende tra la folla. Sono tornato in forma e dopo due anni in cui la gente è stata impegnata a vedere come stavo e come non stavo, torno più duro che mai”. Per la prima parte del concerto i grandi classici lasciano spazio a “Muoviti!”, “La fine del millennio”, “Come stai”, “Manifesto futurista …”. La musica è una corsa senza respiro con unisoni di chitarra e i consueti stacchi metal. C’èpure spazio per il ripescaggio di “Strega”, un brano che suonava negli anni ’80, prima di “Dannate nuvole” e “Sballi ravvicinati del terzo tipo”. Da questa incontenibile voglia di metal esce fuori una versione inedita di un inno intrgenerazionale come “C’è chi dice no”. Col passare dei brani comincia a riemergere il Vasco dei classici: prima un medley rock a base di “Cosa vuoi da me”, “Gioca con me”, “Delusa”, “Mi si escludeva”, “Asilo”, poi “Liberi liberi”, “Sally” e, per finire col botto, l’immancabile e atteso momento collettivo di “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” e “Albachiara”. E “Tutto è bene quel che finisce bene”, è il messaggio che il nuovo Vasco lascia al suo pubblico di sempre.
Riprova
Dal 22 al 24 novembre, ‘POLEMOS’, regia di Lucilla Lupaioli, OFF/OFF Theatre, Roma
Mentre l’orrore della guerra irrompe inascoltato sui notiziari di tutto il mondo, da venerdì 22 …