Da Renato Mannheimer:
La magistratura, le sue scelte, il suo comportamento e, specialmente, le sue molteplici relazioni con la politica sono oggi al centro dell’attenzione degli osservatori, degli analisti e, al tempo stesso di tutti gli italiani. Non è certo la prima volta che i giudici vengono accusati di interferire con la politica: si tratta, come si sa, di un tema all’ordine del giorno fin dai tempi di «Mani Pulite» e anche prima. Molto spesso, anche negli anni passati, gli intrecci tra magistratura e politica sono stati intensi e, in molti casi, devastanti.
Negli ultimi mesi, almeno due episodi hanno riproposto il conflitto tra politica e magistrati: il caso dei discussi arresti domiciliari dell’ex presidente della Liguria Giovanni Toti e il più recente processo che vede imputato il leader della Lega, Matteo Salvini per la vicenda Open Arms, che ha visto il «sequestro» nel 2019, quando era Ministro, di 147 migranti.
In entrambe queste circostanze alcuni hanno espresso apprezzamento per il lavoro dei giudici, mentre molti altri lo hanno criticato, anche con toni aspri. Il punto, naturalmente, non è tanto l’opinione sull’operato della magistratura in quanto giudicante i reati ed esercitante il proprio ruolo specifico, quanto l’accusa di volere pesantemente condizionare con ciò in modo improprio la vita politica del paese.
Poco più di un italiano su due è critico con la magistratura
Alla luce di tutto ciò, appare di un certo interesse esaminare il grado di fiducia che gli italiani esprimono in questo momento nei confronti della magistratura.
Secondo quanto emerge da un recente sondaggio condotto dall’istituto Eumetra per la trasmissione «Piazza Pulita», la maggioranza (54%) degli intervistati manifesta un atteggiamento critico: tra coloro che valutano negativamente i giudici e dichiarano di avere in loro poca fiducia si trovano specialmente le persone di età centrale, con un basso titolo di studio e, soprattutto, gli elettori di centrodestra, con una punta del 70% tra i votanti per il Carroccio. A tutti costoro si contrappone la cospicua minoranza (42%) che, invece, dà un giudizio positivo dell’operato della magistratura: tra costoro si trovano in particolare gli elettori del centro sinistra, specie quelli del Pd (tra i quali l’espressione di fiducia raggiunge il 71%), mentre i votanti per i Cinque Stelle, a conferma della natura composita e variegata del loro elettorato, si dividono a metà, con una leggera prevalenza dei giudizi positivi.
Ci troviamo insomma nuovamente di fronte a una netta spaccatura del paese e la valutazione verso la magistratura, come molte altre opinioni, è sostanzialmente diversa a seconda del proprio posizionamento politico, il quale si rivela essere ancora una volta il più rilevante fattore di orientamento nei giudizi che vengono espressi. Va ricordato comunque che la magistratura non gode oggi più del livello di fiducia di un tempo (trent’anni fa la misura del supporto ai giudici superava il 70%) e anche negli ultimi mesi ha visto un significativo calo di consensi, tanto che questi ultimi, dallo scorso maggio ad oggi, sono diminuiti di più del 7%.
La sfiducia verso le istituzioni tutte è soprattutto dei più giovani
Ciò nonostante, la magistratura rimane ancora oggi una delle istituzioni più positivamente considerate dai cittadini: altre, come i partiti o il Parlamento, fanno registrare un livello di fiducia molto inferiore, pari rispettivamente al 19% e al 32%.
Ma c’è una parte importante dell’elettorato, pari al quasi il 40%, che non ha fiducia in nessuna di queste istituzioni: né nel Parlamento né verso i partiti né nei confronti del governo né nella magistratura. Tra questi «sfiduciati totali» sono più frequenti i giovani e, specialmente, coloro che di solito si astengono alle elezioni. Si conferma quindi che la crescente disistima verso le istituzioni corrisponde a un sempre più elevato livello di diserzione dalle urne.
Resta il fatto che il diffuso atteggiamento critico verso la magistratura oggi rilevato si riflette anche sulle opinioni sulla vicenda Salvini – Open Arms, tanto che la maggioranza relativa degli italiani (48%) dichiara di ritenere che non sia giusto chiedere una condanna per il leader della Lega per avere impedito lo sbarco dei migranti. Ancora una volta, tra costoro sono assai più numerosi gli elettori del centrodestra (mediamente il 90% a favore di Salvini), mentre, sul fronte opposto, i votanti del centrosinistra e in particolare quelli del Pd ritengono (80%) che sia giusto chiedere la condanna per il «Capitano».
Un’altra rilevante frattura dell’elettorato, dalla quale Salvini è comunque riuscito ad ottenere un incremento di popolarità personale, che raggiunge il 26% a fronte del 22% registrato prima dell’estate.
Ancora non si è registrato un effetto Vannacci tra gli italiani e tra i leghisti
A questo proposito, si è spesso parlato dell’insidia che la presenza del generale Vannacci (candidato al Parlamento Europeo nelle liste del Carroccio, ove ha ottenuto moltissime preferenze) potrebbe portare alla popolarità del leader della Lega. Si tratta però di uno scenario che finora non sembra essersi realizzato, dato che Vannacci risulta godere tra gli italiani di un consenso (16%) molto inferiore a quello del leader del Carroccio.
Insomma, Salvini pare avere trovato, ancora una volta, un’occasione buona per risollevare la propria popolarità, che negli ultimi mesi era significativamente decaduta.
Molto dipende ora dall’esito del processo e, naturalmente, dalla capacità del «Capitano» di mantenere e consolidare anche sul piano delle proposte politiche – che costituiscono l’aspetto che più interessa ai cittadini – la crescita di consensi registrata in questi ultimi giorni.