Di sondaggi che davano il partito di Meloni a ridosso dalla Lega ne sono usciti diversi nelle ultime settimane. Ma la rilevazione pubblicata da Tecné in collaborazione con l’agenzia Dire questa volta segna il sorpasso. FdI raggiunge infatti il 20,5% dei consensi contro il 20,4 del Carroccio. Terzo il Pd al 19,1%, seguito dal M5S che, complice la crisi fra Conte e Grillo, perde ancora e cala al 15,2%. Giorgia Meloni, reduce da un viaggio a Bruxelles per consolidare la sua leadership europea, si piazza al comando, sebbene virtuale, della coalizione di centrodestra.
A Salvini tocca dunque parare l’ennesimo colpo, dopo il rifiuto da parte di Meloni della sua proposta di federazione del centrodestra e mentre a Milano la coalizione non riesce a trovare la quadra sul nome del candidato che dovrebbe sfidare Beppe Sala.
Anche sul piano del gradimento dei leader le cose non vanno meglio per il capo leghista. Al primo posto rimane ben saldo il premier Mario Draghi (62,3%), ma Meloni è seconda al 43,7%, seguita da Conte al 37,8%. Solo quarto Salvini al 32,2%, quinto Letta al 29,7%.
La fiducia nel governo Draghi, infine, è in crescita dell’1,4% rispetto alla scorsa settimana e sale al 53,1%.
Giorgia Meloni non crede molto al partito unico del centrodestra. C’è da considerare che riguardo alla sua scelta una semplificazione, come è quella del partito unico, è elettoralmente neutrale solo se avviene in entrambi i campi. Se a compattarsi fosse solo il centro-destra, i voti raccolti dal partito unico della destra sarebbero di meno della somma dei consensi ai singoli partiti. Non dobbiamo poi dimenticare che, come racconta Giorgia Meloni nel suo libro, Fratelli d’Italia è nata precisamente dall’insoddisfazione per l’esperienza del Pdl. Il progetto di una Federazione di tutto il centro-destra è realistico e utile, quello di un partito unico è irrealistico e, forse, autolesionistico.
Sull’ascesa di Giorgia Meloni il sociologo Ricolfi ricorda di averlo previsto: ‘Una delle poche previsioni elettorali azzeccate che ho fatto in vita mia è che Giorgia Meloni sarebbe arrivata al 20% dei consensi. La feci da Porro, a Quarta Repubblica, circa un anno e mezzo fa, subito prima del Covid. Quella previsione era basata su un’analisi dei programmi e delle proposte di Fdi, che da diversi anni mi appaiono più equilibrate di quelle della Lega, ad esempio in materia di tasse e mercato del lavoro, e più coraggiose di quelle di Fi in materia di immigrazione). Il centro dello schieramento conservatore è Fdi, non certo la Lega. Credo che l’essere all’opposizione conti poco, e che a pesare sia il fatto di avere idee chiare e stabili su parecchie cose. Penso che il calo di Salvini sia difficilmente reversibile, perché ha dimostrato di non avere né il linguaggio né l’ organizzazione mentale necessari al ruolo di premier. La Meloni è una politica di razza, se fosse un uomo sarebbe già da un pezzo alla guida del centro-destra’.