Per la Lega non è cambiato molto, rimasta poco sopra al 23 per cento. La sorpresa arriva dal M5S che con un balzo di circa un punto e mezzo (+1,4) torna sopra al 17 per cento assestandosi al secondo posto e sorpassando Fratelli d’Italia (16,8, -0,2 nell’ultima settimana). Il Movimento, di conseguenza, ruba i punti al Partito democratico che si ferma al 16,6, perdendo circa 2 punti (-1,9) nella settimana delle dimissioni di Zingaretti da segretario del partito.
Dopo Lega, M5S, Fdi e Pd, seguono i più piccoli. Stabile Forza Italia al 7 e anche Azione di Carlo Calenda che resta vicina al 4 per cento. Sale di poco invece Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni al 3 per cento (+0,3;), segue Articolo 1 di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza intorno al 2 per cento, che guadagna uno 0,2. Continua a perdere punti e quindi consenso Italia Viva di Matteo Renzi che scende al 2,5 (-0,3), mentre migliorano +Europa (2,3, +0,3) e Verdi (2,1, +0,2).
Nicola Zingaretti lo ha ribadito chiaramente: non tornerà indietro. La decisione di dimettersi da segretario del Pd ormai è presa. E, quindi al Nazareno, si cerca una soluzione. Ancora molto incerto quello che accadrà all’assemblea nazionale di sabato e domenica. Di certo, c’è lo Statuto. Che, in caso di dimissioni, prevede che l’assemblea può eleggere un nuovo segretario oppure sciogliersi. Elemento fondamentale è il fatto che lo Statuto non prevede che l’assemblea dem rigetti le dimissioni del segretario ma può votarne un nuovo o indire il congresso anticipato.