Lo scontro tra Renzi, da una parte, Bersani e Vendola dall’altra sulle primarie di partito/coalizione e la discussione interna sull’agenda Monti non fa perdere consensi al Pd. Secondo i dati di un sondaggio di Swg sulle intenzioni di voto, realizzato in esclusiva per la trasmissione televisiva Agorà, il Partito Democratico si conferma il primo partito italiano superando di 10 punti percentuali il Pdl travolto dagli scandali alle regioni Lazio e Lombardia. Il Movimento 5 Stelle tiene il secondo posto nelle intenzioni di voto degli italiani ma il ‘partito del non voto’, che arruola sempre elettori tra astenuti e indecisi, sfiora il 45%. Ma questi rapporti di forza potrebbero essere spazzati via dalla tempesta ‘antisistema’. Il periodo di relativa calma che si starebbe vivendo ora potrebbe essere spazzato via da un vero e proprio tsunami se i partiti, in questo scorcio di legislatura, non saranno in grado di cambiare almeno la legge elettorale. Gli ultimi scandali che ora stanno investendo quasi tutte le regioni italiane sull’uso dei fondi pubblici rischiano di rafforzare sempre di più le frange estreme e fenomeni come il M5S. Secondo Roberto Weber, presidente di Swg, “potrebbe muovesi qualcosa nel settore degli indecisi-astenuti, che nei prossimi giorni potrebbero orientarsi verso chi rappresenta quello che qualcuno definisce l`antisistema, cioè il Movimento 5 Stelle”.
Secondo il risultato delle intenzioni di voto raccolte negli ultimi giorni dalla Swg, il Pd sarebbe il primo partito con il 25,2%. Al secondo posto con il 19,4% si piazza il Movimento 5 Stelle. Staccatissimo il Pdl fermo al 15,1%. Udc, Idv e Lega sono attestati entrambi al 5,8%, Sel di Vendola al 5,7%, Fli di Fini al 2,5%, la Federazione delle Sinistre Pdci-Prc al 2,2%, la Destra di Storace al 2,1%, i Radicali all’1,2%, Api di Rutelli allo 0,4%, i Verdi allo 0,4%. Altre forze di centrodestra salgano al 3,9% mentre quelle di centrosinistra totalizzano insieme l’1,1%. Un 2,8% di elettori si schiera per altre formazioni non allineate. Gli indecisi rappresentano il 29% degli intervistati mentre il partito del non voto si attesta al 16%.