Le intenzioni di voto mostrano come l’elettorato si stia concentrando sempre più su Fratelli d’Italia e Pd. Entrambi hanno toccato, per la prima volta insieme, il 23%, considerando però Articolo 1 (Speranza, Bersani. D’Alema) parte del Pd. I rispettivi alleati, la Lega e il Movimento 5 Stelle, rimangono deboli. Tutti e due sfiorano il proprio minimo storico. Anche se non registrano ulteriori cali: il partito di Salvini è fermo al 14,9%, quello di Conte all’11,1%.
Piuttosto stabile è anche Forza Italia che regista l’8,4%. In leggero aumento Azione di Calenda e i radicali di +Europa: entrami al 4,8%. Brutte notizie per Renzi: ancora in calo Italia Viva, che scende al 2,5%. Sinistra Italiana e i Verdi insieme raggiungono il 4%.
In ogni caso, aggiunge, «questo è il momento delle scelte». Quanto al resto, «non si può pensare di affrontare una fase complessa e drammatica come mai dal dopoguerra con una maggioranza che litiga su tutto». E questo «mentre i cittadini fanno i conti quotidianamente con l’aumento vertiginoso delle bollette e la perdita del potere d’acquisto dei loro salari». L’altro tema politico affrontato dal giornale della Confindustria è quello della legge elettorale. «Sono da sempre per il maggioritario – puntualizza la Meloni -, per una legge che la sera delle elezioni determini chi governa e chi sta all’opposizione». Ma sul punto la leader di FdI coltiva il sospetto che l’argomento sia solo un pretesto, l’ennesimo, «per evitare le elezioni».