Da settimane la corsa al Quirinale accelera sul toto-nomi. I sondaggi fanno la loro parte e l’ultimo sondaggio in pista, svolto dalla società Izi Spa di Roma su un campione rappresentativo della popolazione chiarisce alcuni punti.
L’indagine in oggetto parte da un dato che emerge con chiarezza sugli altri: ossia quello secondo cui la stragrande maggioranza degli italiani (59,8%) preferirebbe poter eleggere direttamente il nuovo Capo dello Stato, auspicando di fatto un passaggio da una Repubblica Parlamentare ad una Repubblica Presidenziale. Non solo: se secondo il sondaggio Izi Spa di Roma, ben 6 italiani su 10 vorrebbero l’elezione diretta del Capo dello Stato, per il suo candidato ideale la scelta degli interpellati dall’indagine socio-politica oscilla su una rosa di tre nomi.
Quasi il 60% degli italiani vorrebbe l’elezione diretta del Capo dello Stato
Il toto-nomi enucleato, allora – come anticipato in apertura – vede ai primi due posti ancora una volta gli stessi due nomi: quelli di Mario Draghi e di Silvio Berlusconi. Il primo con il 23,4% delle preferenze. Seguito da Silvio Berlusconi con il 20,6% delle indicazioni. Sul terzo gradino del podio – che ultimamente varia, a seconda delle settimane e dei sondaggi, tra gli outsider in pole position: da Marta Cartabia a romano Prodi, passando per Maria Elisabetta Alberti Casellati – ritroviamo il Presidente in carica Sergio Mattarella, con il 19,3% delle preferenze.
Poi, a seguire, un elenco di tutte le figure di riferimento possibili fin qui rilanciate dalle varie indagini. E allora, il primo nome femminile che segue quello della ministra della Giustizia è quello di Emma Bonino. Che con il 10,1% delle preferenze si attesta al quinto posto. Dopo di lei, in questo sondaggio, troviamo Marta Cartabia (5,2%). Quindi Paolo Gentiloni (4,1%). Pier Ferdinando Casini (2,4%). Paola Severino (1,9%). E infine Giuliano Amato (1,1%).
Il centrodestra si conferma serenamente convinto del suo candidato Silvio Berlusconi. Il quale, dopo aver incassato l’inedito endorsement della Fornero, ora viaggia più spedito che mai forte anche dell’imprimatur appena arrivato dal presidente del gruppo del Ppe al parlamento europeo: il tedesco Manfred Weber. Il quale, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse dell’ipotesi per il leader di Forza Italia di diventare il prossimo presidente della Repubblica, ha dichiarato netto: ‘Silvio Berlusconi è un politico europeista è ha sempre avuto un approccio filo-europeo che apprezzo e questa è una considerazione ragionevole’.
Non solo. Dopo l’incoraggiante profluvio di dichiarazioni favorevoli e attestazioni di stima politica che nelle ultime settimane hanno contraddistinto una eventuale corsa per il Quirinale del leader forzista, dalle colonne di Libero, l’economista Antonio Martino – che con il padre nobile di FI ha condiviso buona parte dell’avventura politica – dichiara il suo plauso. E, ottimista aggiunge che, parlando ‘non da amico di Berlusconi, ma da osservatore esterno: uno come lui, in Italia, non c’è. Persino a sinistra si stanno rendendo conto di avere sbagliato nell’accanirsi così tanto verso la sua persona, nell’applaudire quei magistrati cialtroni che hanno provato in tutti i modi a metterlo in galera. Credo che un po’ di complesso di colpa, nei suoi confronti, a sinistra lo abbiano’.
Un’intervista a tutto campo in cui la storica tessera numero 2 di Forza Italia. Oltre che ex ministro degli Esteri e della Difesa, promuove e boccia ex presidenti e papabile per il Colle del momento. E allora: archiviata la pratica Napolitano, di cui Martino dice: ‘In particolare, mi fu indicato da un esponente dell’ultrasinistra come il peggiore che l’Italia abbia mai avuto. Ho capito che c’era una ragione per cui i miglioristi erano accusati dagli altri compagni di essere i veri leninisti del partito’. Superata la fase Romano Prodi: «Non se n’è più parlato, grazie a Dio. E spero che quell’ipotesi sia stata cancellata. La verità è che oggi a sinistra non hanno un loro candidato valido da contrapporre a Berlusconi».
Così, sorvolando sull’ipotesi Gentiloni: ‘È una persona per bene e ho stima per lui, anche se da quando è andato in Europa ha detto una serie di cavolate’. Martino, dopo il disastro delle performances catto-comuniste che Rosy Bindi potrebbe rinverdire, ribadisce: ‘Dio ce ne scampi. Einaudi fu sostituito al Quirinale da un cattocomunista che si chiamava Giovanni Gronchi. Fu un presidente della repubblica arrogante e antipatico. Poi venne Antonio Segni, uomo colto e vero signore. Ce ne furono altri, dopo di lui’. E rilancia: ‘Ora come presidente della repubblica potremmo avere un brianzolo dotato di una certa capacità imprenditoriale. A me non dispiacerebbe’.