Blue Whale challenge, forse un caso sospetto in Friuli:la procura di Udine sta indagando su un possibile caso di Blue Whale Challenge che avrebbe coinvolto una ragazzina di solo 13 anni. Il Procuratore di Udine, Antonio De Nicolo ha dichiarato di aver aperto un fascicolo per “istigazione al suicidio a carico di ignoti” sulla vicenda. La ragazzina è stata scoperta in tempo dai genitori che hanno visto un tatuaggio, simile a quello inquietante che descrive una balena e che connota le vittime del Blue Whale, sul braccio della figlia.
La minorenne per fortuna era ancora nella fase iniziale del perverso “gioco” mortale che ha ucciso già moltissimi ragazzi nel mondo. La “sfida suicida” dura 50 giorni e consiste nel superare una serie di prove: si inizia con la sveglia alle 4 del mattino e la visione di film horror, per arrivare ( tramite un sempre maggiore condizionamento psicologico ) fino al suicidio buttandosi dal palazzo più alto della città. Le ferite autoinferte con un temperino segnano le tappe della sfida che finisce col disegnare il tatuaggio di una balena sul braccio dei ragazzi( Blue Whale).
I genitori della ragazzina di Udine hanno capito cosa stava succedendo proprio da questi segni sul braccio, e hanno lanciato l’allarme ora la Procura della Repubblica di Udine e la Polizia Postale stanno indagando sulla vicenda per accertare fatti ed eventuali responsabilità.
Negli ultimi 30 giorni si sono verificate una decina di segnalazioni per possibili casi di Blue Whale , e due casi sono considerati particolarmente gravi per cui sono stati denunciati a Prato e a Lucca. Due ragazzine toscane sarebbero state adescate su una chat, con un invito (partito da un mittente sconosciuto) da parte di un misterioso “tutor” a partecipare alla sfida. Le giovani hanno aderito sottoponendosi alle terribili prove del Blue whale in un’escalation di pratiche sempre più spossanti e pericolose, da dimostrare postando foto che dessero prova delle ferite. Anche in questo caso per fortuna i genitori si sono accorti dei segni e hanno dato l’allarme prima che le figlie arrivassero a compiere il suicidio ma è stato comunque necessario il ricovero in ospedale delle ragazzine. Molti genitori, presidi ed insegnanti sono ricorsi in questi giorni alle forze di polizia chiedendo di intervenire per arginare il fenomeno. Anche in questi casi le procure di Prato e Lucca stanno indagando, cercando di individuare i cosiddetti “tutor” e capire chi è che spinge, nel nostro Paese, adolescenti problematici e solitari a compiere atti autolesionistici fino a giungere al gesto estremo di togliersi la vita.
La terribile sfida mortale”Blue Whale”, è ormai noto, è nata in Russia e si è diffusa nelle chat e nei forum di adolescenti autolesionistici. Sebbene il suo inventore sia stato arrestato(lo studente di psicologia Philipp Budeikin), purtroppo tramite il web quest’aberrante “gioco” continua anche ora a catturare l’attenzione di molti giovani emotivamente fragili o problematici in tutto il mondo. Per queste ragioni la Duma russa ha approvato ieri in via definitiva una legge che punisce con la reclusione fino a 3 anni, chi crea “gruppi della morte” per l’istigazione al suicidio e il coinvolgimento in “giochi mortali”.
C’è da augurarsi che questo sia un ulteriore passo verso l’eradicazione del fenomeno.
Valentina Franci