Sono scattati gli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane, suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata “Karibu”. La guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip nell’ambito dell’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. La Finanza ha appurato che diverse somme incassate dalle coop sarebbero state trasferite all’estero, sia in Ruanda, il Paese d’origine dei famigliari dell’onorevole, dove le due donne hanno aperto anche un resort, che in Belgio e Portogallo.
Insieme agli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, è stato disposto l’obbligo di dimora per un altro figlio della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti dei membri del Cda della cooperativa ‘Karibu’ e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero. Le cooperative dei familiari di Soumahoro, stando alle indagini svolte, avrebbero lasciato chi fuggiva dall’Africa senza cibo, con pochi vestiti e al gelo. Situazioni terribili sono state riscontrate dalle Fiamme gialle in particolare nei CAS di via Lipari, ad Aprilia, dell’hotel de la Ville Central, a Latina, di Casal dei Lupi, a Maenza, gestiti da Karibu, e di via Romagnoli e via del Pioppeto, sempre a Latina, gestiti da Aid. Le “gravissime criticità”, evidenzia la Procura di Latina, sono state inoltre riscontrate dagli ispettori della Prefettura, dall’Asl di Latina e dai vigili del fuoco. Situazioni, secondo gli inquirenti, tali da costringere i migranti “in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale”.
Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.
Nel marzo scorso il sostituto Procuratore della repubblica di Latina Andrea d’Angeli aveva notificato l’avvio della chiusura delle indagini su Karibu e Consorzio Aid, le due cooperative che si occupavano di migranti gestite dai familiari del deputato Aboubakar Soumahoro e finite sotto inchiesta nell’autunno scorso, per un presunto meccanismo di illeciti.
Sovrannumero di ospiti in alloggi fatiscenti in condizioni igieniche “carenti” con presenza di umidità e muffa, riscaldamento assente o non adeguato, carenza di acqua calda, nella conservazione delle carni, scarsa qualità del cibo. È la ‘lista’ delle criticità messe nero su bianco dalla procura di Latina. Nel provvedimento, la procura di Latina evidenzia anche la carenza del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici e una “insufficiente” consegna “Al riguardo sono esemplificative le vicende dei Cas di Aprilia (Via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Maenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla Karibu, nonché quelle dei CAS di Latina (Via Romagnoli e Via del Pioppeto) gestiti da CONSORZIO AID. di vestiario e prodotti per l’igiene”, scrive la Procura. E ancora: condizioni “offensive dei diritti e della dignità di uomini e donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale”, aggiunge la Procura. Ma non è tutto: i soldi destinati all’accoglienza erano in realtà “utilizzati per spese varie” quali alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori e gioielli. È quanto hanno ricostruito gli inquirenti nell’indagine sulla cooperativa Karibu.
“Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane. Null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio”, è il commento del deputato del gruppo Misto Aboubakar Soumahoro, dopo che la Procura di Latina ha disposto arresti domiciliari e obbligo di dimora per i membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata “Karibu”, tra cui Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, rispettivamente moglie e suocera del deputato. Quando è scoppiato il caso Soumahoro, che non è indagato, si è autosospeso dal gruppo Alleanza Verdi- Sinistra italiana per poi passare al gruppo Misto.
“Gli sviluppi dell’inchiesta Karibu e le dure accuse dei pm sono inquietanti. Fermo restando la presunzione di innocenza, è incredibile che la sinistra e alcune delle sue trasmissioni tv avessero scelto Soumahoro come testimonial delle loro battaglie. Peraltro, le cronache degli ultimi anni hanno provato i troppi sprechi e gli abusi da parte della macchina dell’accoglienza targata sinistra. È anche per questo che piace l’immigrazione clandestina?”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.
“Ovviamente garantisti per tutti sempre, attendiamo gli sviluppi della vicenda Soumahoro e dintorni. Ci meraviglia la tempistica di questi arresti di moglie e suocera del deputato fortemente voluto alla Camera dalla sinistra di Bonelli e Fratoianni. Gli arresti si dispongono per ragioni specifiche, come ad esempio il rischio di occultamento o inquinamento di prove o il rischio di reiterazione del reato. In tutti questi mesi gli indagati hanno avuto probabilmente mano libera e non comprendiamo un intervento ritardato. Che o non era necessario, o, diversamente, doveva avere altri tempi. Misteri della giustizia italiana”, ha commentato in una nota il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
“Vedremo gli sviluppi. Quel che possiamo dire che tutta questa vicenda ruota attorno al non indagato Aboubakar Soumahoro, il cui operato è da tempo al centro di sorprendenti inchieste giornalistiche. Anche queste tutte da verificare. Certo è che alcuni hanno fatto prima a fare carriera politica grazie alla sinistra indossando gli stivali altrui, che a risolvere le sofferenze umane di cui parlavano, non si sa se per risolverle o se per avere una ribalta foriera di improvvisate e immeritate carriere. La vicenda comunque ha già suscitato forti dubbi e consiglia maggiore cautela quando i futuri Soumahoro busseranno alla porta della sinistra cercando seggi in Parlamento. Per il resto auguriamo assoluzioni per tutti, ma anche fine della retorica che accompagna le scalate di personaggi che sembrano usciti dal film ‘Il moralista’ del mitico Alberto Sordi”, ha aggiunto.
“L’onorevole Soumahoro declina ogni responsabilità e coinvolgimento rispetto alle vicende gravissime che stanno interessando la sua stretta cerchia di familiari e lo fa semplicemente scrollandosi il problema di dosso. È inaccettabile che seguiti ad affermare che non abbia nulla da dire. L’arresto della moglie e della suocera, oltre che la confisca dei beni, disposte dal tribunale di Latina, aprono uno spaccato inquietante rispetto alla gestione delle cooperative di accoglienza”, ha scritto in una nota, Sara Kelany, deputata e responsabile di Fratelli d’Italia del dipartimento Immigrazione, che prosegue: “Per quanto il garantismo imponga di attendere gli esiti del giudizio, il senso di responsabilità imporrebbe una forte presa di posizione politica sul caso, che l’onorevole Soumahoro non prende e non può prendere. Rammento che all’inizio della legislatura, quando i contorni della vicenda non erano ancora così gravi, l’onorevole Soumahoro è stato sospeso dal gruppo Alleanza verdi e sinistra, ebbene oggi non ci si può limitare a tacere”.