Il governo spagnolo continuera’ ad agire con fermezza ed in Catalogna non ci sara’ un referendum di autodeterminazione in quanto il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) non lo accettera’ mai. Lo ha affermato oggi al Congresso dei deputati (la Camera bassa del Parlamento) il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, nel riferire sulle ragioni che hanno portato il governo a concedere l’indulto ai nove indipendentisti catalani condannati per il referendum illegale del primo ottobre 2017.
A questo proposito, il premier ha sottolineato che per rendere possibile un referendum di autodeterminazione sarebbe necessario “convincere” i tre quinti del Parlamento, modificare la Costituzione e poi voltarla. “Il dialogo tra i catalani e’ essenziale. Stiamo iniziando una nuova fase di coesione territoriale per l’accordo. I sindacati, gli imprenditori, la Chiesa cattolica, hanno appoggiato gli indulti, anche se sono consapevoli che da soli non serviranno a superare il conflitto”, ha evidenziato Sanchez, spiegando che in democrazia “c’e’ spazio per le idee pro indipendenza, come ha dichiarato la Corte Costituzionale”. Sanchez ha rimarcato che gli indipendentisti catalani non sono stati condannati per le loro idee ma per aver “infranto la legge”.