“La sola logica del rigore porta a sprofondare in una recessione più profonda”. E’ quanto afferma il leader della Cgil Susanna Camusso, in un’intervista a ‘La Repubblica’, in cui attacca il governo Monti che lo accusa di tagli lineari nel pubblico impiego a proposito del decreto sulla spending review e di mancanza di confronto con le parti sociali
“Vedremo quale sarà il decreto che il governo approverà – prosegue Camusso- ma se saranno confermate le cose che ci hanno detto a Palazzo Chigi sarà inevitabile che si passi dalla mobilitazione allo sciopero”
Il numero 1 della Cgil esprime poi delusione per il fatto che il governo “abbia fornito un’informazione reticente ecriptica” e si è detta poi “arrabbiata perché dell’intesa firmata il 3 maggio scorso con il ministro Patroni Griffi (propedeutica all’approvazione di una delega per la riorganizzazione della pubblica amministrazione) non si sa più nulla”. “Che fine ha fatto quell’accordo? Perché il governo non dà seguito a quegli impegni?” si domanda. E a proposito dei tagli alla pianta organica del 20% dei dirigenti e del 10% degli impiegati il segretario della Cgil dice: “Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo i dipendenti del ministero dell’Economia, i vigili del fuoco, gli infermieri di un ospedale o i poliziotti?”. I tagli nella Pa tuttavia vanno fatti per la Cgil ma sulle consulenze che “valgono 1,5 miliardi e con l’abolizione delle società controllate al 100% dagli enti locali e che non forniscono servizi ai cittadini: sono solo poltrone in meno per la politica”, conclude Camusso. “Da mesi – ha spiegato il leader della Cgil- inseguiamo i problemi che via via vengono creati dal governo. Alla prova dei fatti questo metodo è fallimentare”. Quanto alla ridefinizione delle cosiddette piante organiche degli uffici pubblici, Camusso ha commentato: “Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo di dipendenti del ministero dell’Economia, i vigili del fuoco, gli infermieri di un ospedale o i poliziotti?”, si è domandata. Inoltre, il numeor 1 di Cgil, che contesta al premier Mario Monti la sola logica del rigore, ha osservato: “Ecco, nelle politiche nazionali non ritrovo la stessa fermezza con cui Monti, grazie soprattutto all’arrivo di Hollande in Francia, ha contrastato le misure di austerity senza crescita. Questa, piuttosto, mi pare una contraddizione”. Il leader della Cgil condivide comunque la necessità di ridurre i costi della pubblica amministrazione e suggerisce di tagliare “tutte le consulenze, per esempio. Valgono 1,5 miliardi. Si possono dichiarare esuberi e poi rivolgersi ai consulenti?”. E ancora: “Abolire le società controllate al 100% dagli enti locali e che non forniscono servizi ai cittadini. Sono solo poltrone in meno per la politica”.