Il Senato ha approvato la fiducia sul decreto spending review. Nell’Aula di palazzo Madama il governo ha incassato il voto di fiducia sul maxiemendamento con 217 voti a favore, 40 i contrari, e quattro astenuti. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera. Intanto cresce la polemica nell’industria farmaceutica che vede un futuro nero per il settore con le novità introdotte dal decreto. “Una misura ideologica, un blitz delle quattro del mattino che non porterà un centesimo allo Stato. Ma che avrà come conseguenza la perdita di quasi 20mila posti di lavoro”. E’ quanto afferma il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che ha così commentato l’introduzione dell’obbligatorietà della prescrizione del principio attivo di un farmaco, ferma restando “la facoltà” del medico di indicare il farmaco di marca. “Altro che spending review, così si sterminano le fabbriche. Chi lo ha deciso se ne assuma la responsabilità”, afferma in un’intervista a Il Sole 24 ore, aggiungendo che ora le imprese si domandano: “Perchè produrre in Italia se il mio farmaco in Italia è discriminato?”. Scaccabarozzi sottolinea inoltre che “tra le prime 15 industrie sul mercato, ben 5 sono di grossi genericisti che crescono del 26% l’anno. E comunque lo Stato, brand o no, rimborsa la stessa cifra e non risparmia nulla. E a chi dice che senza generici i prezzi non scenderebbero, rispondo che senza la ricerca non ci sarebbero i generici”.
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