Dopo 20 anni torna al Teatro Vittoria di Roma “SpettAttori” di Mychael Frayn, uno degli esempi più incisivi di Teatro nel Teatro.
Se in “Rumori fuori scena”, Frayn aveva mostrato al pubblico ciò che mai dovrebbe essere mostrato in un teatro, cioè tutto l’intricatissimo “dietro le quinte”, in “SpettAttori” il palco diventa una seconda platea; e così, gli spettatori entrano in sala e si ritrovano di fronte altri spettatori che li guardano prendere posto.
Il sipario si alza e sono gli stessi spettAttori a dare voce ai pensieri degli spettatori. Gli uni rappresentano gli altri, con le loro stesse reazioni, con i loro commenti ad alta voce, con i loro piccoli tic, con la loro quotidianità. Gli spettAttori riproducono ciò che il pubblico di teatro fa tra le file di platea: ed ecco i ritardatari per problemi di parcheggio che tentano di prender posto, scatenando le ire dei vicini; i colpi di tosse che si contagiano di poltrona in poltrona; il signore che si sveglia improvvisamente sussultando; il giovanotto che amoreggia con la sua compagna. “SpettAttori” è una commedia semplice, difficilissima da raccontare. Quello che avviene in scena è la schiacciante riproduzione di quello che avviene agli spettatori di un qualunque spettacolo teatrale. I riflettori illuminano atteggiamenti e dinamiche che, prese in prestito al buio della platea, prendono vita su una seconda platea, specchio e lente d’ingrandimento. Giocando con i caratteri, “SpettAttori” garantisce divertimento e riflessione al tempo stesso, grazie ad un testo geniale ed incisivo, che fa del “comune” il perno della sua esilarante comicità.
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