All’Opera di Stato di Praga la sera del 10 settembre è andata in scena una splendida Tosca, il Maestro Giacomo Puccini, nel centenario della sua morte, viene celebrato anche in terra boema.
La cornice è sontuosa, il teatro presenta ricche decorazioni in stile neorococò e il sipario si apre sulle celebri scene di Josef Svoboda del 1947 riprese da Daniel Dvořák nel 1999. L’allestimento è tradizionale fedele al libretto, le scene inclinate amplificano la profondità, considerando che sono state concepite nel 1947 appaiono molto contemporanee.
Classici sono gli elementi scenici ma la distorsione dovuta alle forti inclinazioni propone allo spettatore un punto di vista decisamente alternativo. Sia nel I che ne II atto la parete intermedia presenta delle arcate che si aprono sul fondale creando una notevole profondità con piacevole tecnica classica.
A dirigere l’Orchestra dell’Opera di Stato di Praga il Maestro Vincenzo Milletari, con bellissimo lirismo, riesce ad esprimere le sensazioni e gli stati d’animo della scrittura.
Tosca racchiude in sé contraddizioni e sentimenti contrastanti, è un personaggio molto complesso che evolve durante l’opera, dalla gelosia passionale e frivola passa alla ferocia di un assassinio fino ad arrivare, quasi con ingenuità, alla disperazione per l’uccisione del suo Mario che la porterà addirittura al suicidio.
Nel ruolo del titolo il soprano moldavo Ghiulnara Raileanu, voce molto bella e di piacevole morbidezza che si arrotonda nelle note più acute, la sua interpretazione è molto teatrale ed evidente risulta la ricerca per ottenere l’ampiezza del gesto, utilizzati al meglio anche i movimenti degli abiti di scena. Di particolare intensità drammatica le note centrali. Ottimo il duetto per le sole voci del III atto con il tenore.
Nei panni del pittore Mario Cavaradossi il tenore brasiliano Atalla Ayan, timbro molto bello e pronuncia italiana ottima per lui, si esibisce con sicurezza e grande credibilità scenica. Il Barone Scarpia di Krzysztof Szumański ha una buonissima sonorità, autoritario e feroce, tuona i suoi ordini rimanendo fedele al suo ruolo di violenza e sopraffazione. Il Sagrestano di Oleg Korotkov è interpretativamente molto convincente, riesce a mostrare da subito la sua natura ipocrita, buona la presenza scenica di Pavel Švingr (Angelotti). A completare il cast Michael Skalický (Spoletta), Oldřich Kříž (Sciarrone), Gabriela Pešinova (Pastorello), Aleksandr Laptěv (Carceriere). Precisi e ben diretti il coro e il coro delle voci bianche.
Il pubblico la sera del 10 settembre si è mostrato molto partecipe con applausi a scena aperta nel II atto per la celebre aria del soprano “Vissi d’arte” e nel III atto per l’ultima aria del tenore “E lucevan le stelle”. È stata molto intensa l’energia drammatica che si è percepita, grandi l’emozione e la commozione nel finale.
TOSCA
Opera lirica in tre atti
Musica di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
DIRETTORE Vincenzo Milletari
REGIA Martin Otava
SCENE Josef Svoboda (1947) ricostruite da Daniel Dvořák (1999) | COSTUMI Josef Jelínek | LUCI Pavel Dautovskij | Maestro del coro Adolf Melichar | Maestro del coro delle voci bianche Jiří Chvála | Drammaturgia Jitka Slaviková.
PERSONAGGI E INTERPRETI: Floria Tosca – Ghiulnara Raileanu | Mario Cavaradossi – Atalla Ayan | Barone Scarpia – Krzysztof Szumański | Cesare Angelotti – Pavel Švingr | Sagrestano – Oleg Korotkov | Spoletta – Michael Skalický | Sciarrone – Oldřich Kříž | Pastorello – Gabriela Pešinova | Carceriere – Aleksandr Laptěv
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Loredana Margheriti