Il governo pensa a mettere in campo lo strumento dei Cir, i Conti individuali di risparmio, per provare a tenere a bada lo spread e riportare nelle mani degli italiani i titoli di Stato che gli investitori stranieri sono pronti a mollare. Ma la dichiarazione di Matteo Salvini, secondo cui ‘gli italiani daranno una mano al governo’, ha fatto nascere diversi dubbi. Che l’esecutivo gialloverde stia pensando ad una patrimoniale?
Lo spread continua a salire, superando quota 300 punti, a conferma che al momento c’è una certa avversione al rischio italiano da parte degli investitori internazionali, sempre più preoccupati della mole di debito pubblico del nostro Paese. Per far fronte a questo aumento dello spread il governo sembrerebbe voler puntare sui Cir, ossia su un maggior coinvolgimento di famiglie e imprese (che oggi detengono il 5% degli oltre 2.300 miliardi di debito pubblico complessivo, di cui il 31% invece è in possesso degli investitori esteri) permettendo loro di investire nei Conti individuali di risparmio sulla falsariga di quanto fatto nella Legge di Stabilità del 2017 con i Pir ossia i Piani individuali di risparmio per il sostegno delle Pmi italiane. La creazione dei Cir, che dovrebbe avvenire tramite un Decreto Legge collegato alla prossima Legge di Bilancio 2019, potrebbe così stimolare i risparmiatori italiani ad acquistare i titoli del Tesoro. Questo sarebbe possibile detassando totalmente gli acquisti privati di Btp, oltre a garantire un credito di imposta.
Le dichiarazioni di Salvini, dato l’elevato ammontare dei risparmi degli italiani troppo spesso chiamato in ballo, ha fatto subito pensare che in caso di spread in salita si possa far ricorso a una patrimoniale per far quadrare i conti.
‘Ieri ho sentito una parola sinistra. Salvini ha detto che se aumenta lo spread gli italiani saranno pronti a dare una mano al governo. In che modo? Forse qualcuno pensa a una patrimoniale? Il centrodestra toglie le tasse sulla casa, non le aumenta’, ha detto la vicepresidente della Camera ed esponente di Forza Italia, Mara Carfagna, a 24Mattino, il programma di Radio24 con Maria Latella e Oscar Giannino.
Commentando poi le dichiarazioni del ministro degli Affari Ue Savona, Carfagna ha detto: ‘Ma un signore che pensa che Pil crescerà del 2 – 3 per cento con il reddito di cittadinanza: ma di cosa parliamo? Io ho rispetto per Savona, ma un signore che dice che il Pil crescerà con i sussidi di Stato o è fuori di testa o è fuori dalla realtà’.
Questa considerazione, secondo gli autori del report, vale soprattutto in alcuni paesi che hanno una tassazione relativamente bassa sui redditi da lavoro o sulle rendite finanziarie. Eppure, le nazioni appartenenti all’Ocse che hanno una tassa patrimoniale sono oggi appena 4 (Francia, Svizzera, Spagna e Norvegia), contro le 12 del 1990.
Ma è opportuno reintrodurre un’imposta patrimoniale anche in Italia? Su questo interrogativo, le opinioni di politici ed economisti si sono spesso divise. Prima di farsi un’idea, è bene però chiarire che cos’è, di preciso, la tanto discussa patrimoniale. Si tratta di un’imposta che, come dice il nome, colpisce il patrimonio di un contribuente, dagli immobili ai risparmi, indipendentemente da quanto guadagna col suo lavoro.