A inquinare il mare e l’oceano non sono solo la plastica e i rifiuti industriali, ma anche la droga. In alcuni animali marini sono state scoperte tracce di sostanze stupefacenti nei muscoli e nel fegato. Nello specifico a essere minacciata è la salute di uno dei predatori dei fondali più temuti al mondo: lo squalo. Questo grosso e pericoloso pesce è già tra le specie a rischio a causa della caccia e dei cambiamenti climatici e ora ci sarebbe anche la cocaina tra i suoi nemici. A rivelare la notizia sono stati i ricercatori dell’Istituto Oswaldo Cruz che hanno divulgato i risultato delle loro analisi su alcuni esemplari.
Squali positivi alla cocaina nelle coste del Brasile
Lo studio è stato pubblicato su Science of the Total Environment e rivela che, al largo delle coste del Brasile vicino a Rio De Janeiro, sono stati trovati alcuni squali contaminati da sostanze stupefacenti. Si tratta della specie brasiliana dal muso affilato (Rhizoprionodon lalandii). Il team di ricercatori ha acquistato 13 squali da piccole imbarcazioni da pesca che catturano questa specie e altre simili.
Dopo aver sezionato gli animali in laboratorio, hanno analizzato il tessuto muscolare ed epatico utilizzando la cromatografia liquida con spettrometria di massa tandem, una tecnica standard. Tutti i campioni sono risultati positivi alla cocaina, con concentrazioni fino a 100 volte superiori a quelle riscontrate in altre specie acquatiche.
Gli scienziati ipotizzano che le sostanze tossiche presenti nel fegato degli squali potrebbero compromettere la produzione di vitellogenina, una proteina necessaria per la formazione delle uova. Tutte le femmine studiate erano incinte, anche se le conseguenze dell’esposizione alla cocaina sui feti sono ancora sconosciute. Inoltre, non è chiaro se la droga alteri il comportamento degli squali.
L’inquinamento da droga anche in Europa: cos’è
Il problema dell’inquinamento da droga esiste anche in Europa e contamina sia l’ecosistema terrestre che marino. Belgio e Paesi Bassi sono i principali produttori di Mdma e anfetamine e soffrono di un flusso invisibile di rifiuti dalla produzione di droghe illecite. Si stima che la produzione di metanfetamine generi circa 15-20 chili di rifiuti tossici.
Nei Paesi Bassi si sono riscontrati molti casi di scarico in fosse di letame, fertilizzante poi utilizzato nei campi. Tuttavia, una maggiore concentrazione di acidi può alterare la salute del suolo e dei bacini idrici, come fiumi e laghi, che possono avere un impatto negativo sugli ecosistemi acquatici e causare danni alle foreste, ai raccolti e ad altra vegetazione.
Anna Capaldo, endocrinologa ed esperta di inquinamento ambientale presso l’Università di Napoli Federico II, ha sottolineato come la cocaina sia tossica per molluschi, crostacei e pesci ossei. Studi precedenti hanno dimostrato che concentrazioni di questa sostanza nell’ambiente possono causare vari danni, come la frammentazione del DNA e la morte cellulare negli embrioni di pesce zebra o l’interruzione della produzione di importanti ormoni sulle anguille.