Squinzi: “Tasse soffocano imprese, pressione fiscale al 68%”

“Una nuova politica industriale che assicuri al Paese una vera prospettiva di crescita”. E’ quanto ha affermato il neo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dal palco dell’assemblea generale, che chiede al governo governo l’apertura di un confronto che possa assicurare la sopravvivenza dell’Italia e delle imprese.

“Le nostre sorti sono legate a questo Paese da un nesso indissolubile. Perché noi crediamo in questo Paese, altrimenti non faremmo il mestiere che facciamo”, aggiunge. “E non ci sono però ricette facili ma solo la volontà di costruire guardando ai giovani, ai figli, prosegue Squinzi che dice ancora: “non pensiamo di avere la bacchetta magica ma abbiamo la determinazione e la voglia di contribuire a risolvere i problemi del Paese”.

“In questi mesi ho incontrato centinaia di imprenditori in ogni angolo d’Italia; ovunque -sottolinea- ho trovato preoccupazione, ansia, in alcuni casi vera e propria angoscia. Per gli imprenditori e per i loro collaboratori le conseguenze sociali e umane della crisi tanno diventando drammatiche”. “Ho trovato però anche tanta voglia di fare. Soprattutto di non mollare”, evidenzia Squinzi. “L’emorragia -dice ancora- si misura con le decine di migliaia di imprese che non sono sopravvissute alla crisi. L’emorragia si misura con gli oltre 2 milioni 500mila persone che non trovano lavoro. L’emorragia si misura con il senso di sgomento che attraversa il paese. Dobbiamo fermare questa emorragia. Dobbiamo ridare speranza”.

Per Squinzi è inoltre fondamentale la riduzione delle tasse.Tagliare la spesa pubblica per rendere possibile una riduzione della pressione fiscale e un rilancio sostenuto dei consumi interni. E’ questa una delle “quattro urgenze assolute” sulle quali devono agire governo e parlamento. Le altre urgenze sono rappresentate dalla “riforma della pubblica amministrazione e semplificazione normativa”. Su questo fronte, chiede Squinzi servono “risultati a breve e concreti”. Altra urgenza “i pagamenti della pubblica amministrazione” e il “credito alle imprese”. “Per noi -sottolinea Squinzi- e’ una questione di sopravvivenza che coincide con la sopravvivenza del Paese stesso”.

Ddl lavoro non convince, ancora poco per competitività. La riforma Fornero sul mercato del lavoro continua a non piacere a Confindustria. “Se la riforma delle pensioni è stata severa, ma necessaria, la riforma del mercato del lavoro appare meno utile alla competitività del Paese e delle imprese, di quanto avremmo voluto”, continua ancora Squinzi nel corso dell’Assemblea generale. E anche se il provvedimento “modifica il sistema in più punti” non sempre lo fa però “in modo convincente”, aggiunge.

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