Pasqua segnata dal sangue in Sri Lanka devastato da una serie coordinata di attacchi tra i più sanguinosi degli ultimi anni contro la comunità cristiana. Una serie di esplosioni in chiese e hotel ha provocato 215 morti e oltre 500 feriti. Ne sono state contate otto in tutto, di cui sei in simultanea, che hanno squarciato alcune chiese nell’ora della messa ed alberghi pieni di turisti. Le autorità locali avrebbero individuato e fermato tredici persone. Finora le autorità cingalesi hanno confermato la morte di stranieri provenienti da cinque Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Portogallo e Cina. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha confermato che ci sono alcuni cittadini americani tra le vittime. Negli attacchi sono inoltre rimasti uccisi almeno cinque cittadini britannici, tre danesi, due turchi, ingegneri che lavoravano nel Paese, un olandese, un portoghese e un cinese. Si ritiene che siano in tutto 35 le vittime straniere. L’Unità di crisi della Farnesina è al lavoro “per effettuare verifiche”.
Lo Sri Lanka, dopo anni di conflitti interni tra governo e separatisti tamil e un periodo di pace, nel giorno di Pasqua è ripiombato nell’incubo. Sei esplosioni in sequenza sono avvenute in tre chiese e tre alberghi della capitale Colombo. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo: sono stati travolti dalle macerie. Altri due kamikaze sono entrati in azione alcune ore più tardi alla periferia di Colombo, seminando ancora morte. Il ministro della Difesa dello Sri Lanka ha annunciato poche ore dopo gli attentati di avere “identificato i responsabili” di quelli che vengono ritenuti atti di “terrorismo” compiuti da “estremisti religiosi”. In tutto le persone arrestate sono al momento tredici. Ma resta confusa la matrice degli attacchi, che il ministro delle Finanze ha definito un “tentativo ben coordinato di creare morti, caos e anarchia”.
Tra le vittime straniere al momento non risultano italiani coinvolti: la Farnesina ha comunque attivato l’unità di crisi e sta effettuando verifiche.
La paura si è diffusa in fretta: il governo ha imposto un coprifuoco di 12 ore, dalle 18 (le 14.30 in Italia) alle 6 del mattino, lasciando però la possibilità di partire a chi intenda abbandonare il Paese. Chi è in possesso di un biglietto aereo dovrà solo mostrarlo ai posti di blocco per raggiungere l’aeroporto. Oscurati, “per evitare la diffusione di fake news”, tutti i social media. Scuole chiuse per 48 ore. I segni degli attentati sono atroci: testimoni raccontano di brandelli di corpi e teste sparsi sui marciapiedi davanti agli alberghi.