Standing ovation per Enrico Berlinguer al convegno Fdi a Pescara, mentre la figlia Bianca intervistava Ignazio La Russa

Ignazio La Russa, a Pescara, dedica un ricordo a Enrico Berlinguer e scatta la standing ovation di Fratelli d’Italia. Dal palco della conferenza di Fdi di Pescara, il presidente del Senato ha rivolto un omaggio alla memoria dello storico segretario del Partito comunista italiano, durante un’intervista con la figlia e giornalista Bianca Berlinguer. Al ricordo del dirigente la platea si è alzata in piedi tributando un applauso al politico sardo morto a 62 anni nel 1984.

‘Enrico Berlinguer è il leader politico che incarna la questione morale e quanto avvenuto a Pescara, con il pubblico in piedi,   non era previsto, ma è vero. Il tutto è legato al ‘riconoscersi’, come accadeva negli anni 70, partendo dagli scontri nelle università. Oggi riconoscersi è divenuto difficile, improbabile. L’altro è ‘un nemico’.  Oggi, qualcuno dice che Bianca non è stata sincera, che ha tradito la memoria del padre, che gli applausi erano da rifiutare perché arrivavano dai ‘fascisti’ che al momento coincidevano con il ‘potere’.

E’ utile ricordare il rapporto che esisteva tra Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer.  Giorgio si presentò ai funerali di Enrico: ‘Sono venuto a rendere omaggio a un uomo da cui mi ha diviso tutto ma che ho sempre apprezzato e stimato’. ‘Ma perché Giorgio? Quelli sono i tuoi nemici’. ‘Lui al mio sarebbe venuto’. Nilde Iotti e Gian Carlo Pajetta, quando morì Almirante, restituirono la visita e il cordoglio. Il senso di quella storia di nemici e funerali è che si volle chiudere la stagione delle guerre civili. C’è chi, non capendo Bianca, non vede l’ora di riaprirla.

‘Vorrei ringraziare veramente Bianca Berlinguer di avere accettato l’invito a venire nella tana del lupo’,   ha detto La Russa all’inizio dell’intervista sul palco della conferenza Fdi di Pescara aggiungendo che ‘ci vuole coraggio, ma una che si chiama Berlinguer il coraggio ce l’ha dalla nascita’.

‘Cominciamo subito, intanto non c’entra il mio cognome, perché non essendoci più non posso sapere cosa avrebbe detto’,  ha da subito puntualizzato la conduttrice di ‘È sempre Carta Bianca’: ‘Qui parlo solo io e non tiriamolo in ballo, parliamo di quello che mio padre ha fatto ma non di quello che avrebbe detto oggi’.

Alla fine di un botta e risposta, il presidente del Senato ha voluto rivolgere un omaggio all’ex segretario del Partito comunista: ‘C’è chi vorrebbe che non esistesse la tradizione familiare ma per noi conta e in te noi onoriamo anche la figura di tuo padre’.

‘Io sono felicissima di essere la figlia di Enrico Berlinguer, la considero una fortuna, un dono che purtroppo è terminato troppo presto’,   ha risposto tra gli applausi la giornalista, tirata in ballo nel ricordo della sua storia familiare, ricordando i quarant’anni della morte del padre dell’11 giugno.

‘Prendi quest’applauso, addirittura con la standing ovation alla quale mi unisco’,  ha detto Ignazio La Russa.

‘Questo applauso è la coerente continuazione dell’omaggio che il capo della destra rese a Berlinguer nel giorno della sua scomparsa’, ha concluso il dirigente di Fdi facendo riferimento alla partecipazione dei funerali del segretario del Partito comunista da parte del leader del Msi, Giorgio Almirante.

Bianca, nominando il padre, ha ricordato la sua precoce scomparsa a 62 anni. ‘Ero una 24enne – ha detto commossa – l’ho perso troppo presto e con mia sorella abbiamo vissuto la maggior parte della nostra vita senza nostro padre’.

Una scena che si ripete quando l’ex direttore del Tg3 cita la morte dei fratelli Mattei e rivela che ‘da figlia di comunista, di quella foto in casa mia si parlò per giorni e giorni’. Anche in questo caso la platea si alza in piedi per rendere omaggio alle vittime della strage di Primavalle e continua ad applaudire quando la giornalista invita a tenere a mente la violenza che insanguinò gli anni Settanta e Ottanta evocando gli assassinii di Mario Lupo, Walter Rossi, Sergio Ramelli, Valerio Verbano, giovani militanti di destra e sinistra.

Il presidente del Senato interviene a tutto campo, citando anche i missini, vittime dell’odio rosso. ‘Non dimentico che nel mio discorso di insediamento portai due esempi, parlai di Sergio Ramelli, che era un mio giovane amico, e feci anche l’esempio di due giovani dei centri sociali, Fausto e Iaio, che sono ancora in attesa che si faccia giustizia. Proprio per mettere finalmente una parola di pacificazione. Vedo oggi qualche segnale di intolleranza nelle università, questa caccia all’ebreo o all’avversario politico. Oggi però da molte forze politiche di maggioranza e opposizione, e soprattutto dal presidente della Repubblica, vengono ferme condanne e negli anni ’70 non era così’.

Alle parole di Berlinguer che ha ricordato i 40mila morti palestinesi, La Russa ha replicato: ‘Niente giustifica la violenza o il fatto di impedire a qualcuno di parlare’.

Non mancano i commenti sui candidati alle Europee, su fronti opposti, Salis e Vannacci.  ‘Non ho nessuna simpatia per Ilaria Salis – dice La Russa alla Berlinguer – ma ho avuto una umana solidarietà verso il padre di questa ragazza. Gli ho dato la mia vicinanza e anche un consiglio: meno politicizzate questa vicenda e più ci sono speranze che la vicenda si risolve. E, invece, quando c’è stata l’udienza per i domiciliari c’erano in prima fila cinque esponenti della sinistra italiana’. ‘Non ho letto tutto il libro di Vannacci, ho letto solo Scurati’,  e la platea esplode in una risata

E sul generale candidato con la Lega, La Russa dice tra gli applausi: ‘Buon per lui che non ha un bambino portatore di handicap, altrimenti capirebbe di avere detto una sciocchezza. Gli auguro di non avere figli, nipoti, parenti, portatori di handicap, altrimenti capirebbe di avere detto una sciocchezza. Poi ha detto una cosa che proprio non mi piace, come fa un generale, un militare, a contestare il proprio ministro della Difesa? Non appartiene alla logica dei militari, però io non mi permetto di esprimere opinioni sul fatto che lui si candidi o non si candidi, ha diritto di candidarsi e non ho letto tutto il libro, io ho letto, come detto,  solo Scurati’. 

‘Il busto di Mussolini? Non mi pento di un’eredità di mio padre’.

Alla Berlinguer che gli chiede se ha qualcosa di cui pentirsi, La Russa replica. ‘Non ho da pentirmi per aver tenuto in casa un busto di Mussolini, è una eredità di mio padre. Che dovevo fare? Cestinare un regalo di mio padre? L’ho dato a mia sorella. In casa ho anche Stalin, De Gasperi, un imperatore romano. Invece devo pentirmi per una dichiarazione su via Rasella: ho parlato di una banda militare, non era vero. Mi dovevo documentare meglio, ho chiesto scusa per questo errore. Su questo ho da pentirmi’.

Su fascismo e antifascismo, dice oggi il presidente del Senato: ‘Se intendiamo il no alla dittatura e alle nostalgie di un certo tipo, sì sono antifascista. Ma l’antifascismo degli anni 70 che è altra cosa.  Se intendiamo il no alla dittatura e alle nostalgie di un certo tipo, sì sono antifascista’.

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