MILANO. “Il dato complessivo di startup iscritte nel registro delle imprese comprende in realtà un insieme di società non ancora operative e operanti sul mercato. Solo il 5 per cento, infatti, presenta una generazione di ricavi e un percorso di crescita nel capitale investito. Nel 2022, tra l’altro, si evidenzia un drastico calo di nascite di startup, in controtendenza con la costante crescita che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Un calo dovuto anche a una normativa ormai risalente al 2012, che necessiterebbe di ulteriori interventi ai fini di rendere il tessuto economico nazionale più attrattivo per questa specifica tipologia di società”. Lo ha detto il presidente dell’Unione Nazionale dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Matteo de Lise, a margine del convegno “Startup, è già ieri?”, che si è svolto a Milano, presso Le Village, alla presenza di esperti in materia e rappresentanti istituzionali.
Nel corso dell’incontro è stata presentata un’indagine nazionale sul tema a cura della Fondazione Centro Studi Ungdcec in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma e l’Università Gabriele D’Annunzio Chieti-Pescara. “I numeri emersi – spiega Francesco Puccio, presidente della Fondazione Centro Studi Ungdcec – sono indicativi di una necessità improrogabile di interventi legislativi mirati a fornire nuove agevolazioni non solo fiscali riservate alle startup. Il tema, tra l’altro, non è stato considerato all’interno dei contenuti della legge delega fiscale e per tale motivo, dopo aver esaminato i più recenti interventi normativi di altri paesi comunitari, abbiamo formulato una serie di proposte di modifica normativa che nelle prossime settimane saranno sottoposte alla politica”.
L’indagine si compone di una analisi dell’intero panorama delle startup italiane, campione di circa 14.000 aziende, sul quale è stata eseguita un’analisi qualitativa e quantitativa al fine di meglio inquadrare il fenomeno startup italiano la sua diffusione, le differenziazioni sui territori, la composizione degli assetti societari e di governance e le principali risultanze economiche.
Nella seconda parte dell’indagine, è stato individuato un campione di startup “tipiche”, ossia rispondenti a determinate caratteristiche: questo campione, corrispondente a circa 700 aziende pari al 5 per cento del totale delle startup italiane, è stato analizzato al fine di evidenziare i principali indicatori economici, patrimoniali e finanziari, i trend di periodo, le principali dinamiche che hanno caratterizzato l’ultimo triennio, gli interventi sul capitale eseguiti, il tutto analizzato in funzione dei settori economici, della tipologia di governance adottata e della diversa compagine sociale.